Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore, Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze, le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 "Sessantotto!", che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Il 1968 è stato probabilmente l’anno più importante, folle e confuso della mia vita.

Sono nato nel 1947, ciò significa che nel ’68 ho compiuto ventuno anni. A quell’epoca ero perciò giovane, ma non così giovane. Durante gli anni precedenti, vale a dire più o meno dal 1960, da adolescente, ho sempre seguito con attenzione quello che accadeva negli Stati Uniti e nel mondo. In particolare, quando andavo alle superiori, m’interessavo al movimento per i diritti civili negli Stati Uniti e seguivo gli sviluppi dell’«escalation» in Vietnam. Ero sostenitore dei Sane (National Committee for a Sane Nuclear Policy), un gruppo pacifista negli Stati Uniti, che si opponeva all’uso delle armi nucleari. Quindi seguivo con attenzione gli avvenimenti, ed ero partecipe di quello che succedeva, ma non ero un attivista. Stavo maturando la decisione di fare lo scrittore e avevo già iniziato a scrivere poesie e racconti.

Nel 1965, a diciotto anni, sono entrato come studente alla Columbia University. Ero ormai risoluto nel voler diventare uno scrittore e continuavo a informarmi con grande interesse su ciò che mi succedeva intorno. Il 1967, ad esempio, è stato un anno molto turbolento. È stato l’anno della guerra dei Sei giorni in Israele e dei giganteschi disordini a Newark, nel New Jersey, la città dove vivevano mia madre e il mio patrigno, avvenimenti che ho visto io stesso con i miei occhi.

Tumulti razziali a Newark

Gli scontri razziali scoppiarono a Newark nel luglio 1967, più o meno in contemporanea con la guerra dei Sei giorni in Israele. I neri insorsero contro gli amministratori di Newark, ma loro protestavano esclusivamente contro il razzismo nella città di Newark.

Il mio patrigno, il secondo marito di mia madre, era un avvocato del lavoro. Era una brava persona, un uomo al quale ho sempre portato un grandissimo rispetto, che ho sempre ammirato moltissimo. Lavorava per l’amministrazione di Newark ed era consulente legale del comune di Newark. Non era un grande incarico, ma era un’attività importante per la comunità, e lui godeva di grande rispetto da parte di tutti gli amministratori e i cittadini.

Nel luglio 1967, io abitavo a New York, a Manhattan, e una sera mia madre e il mio patrigno vennero per portarmi a mangiare fuori. Finita la cena, siamo saliti nella macchina del mio patrigno, che doveva riaccompagnarmi a casa. Il mio appartamento era…

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