L’art. 37 della Costituzione e “l’essenziale funzione familiare” di donne e uomini

Dal dibattito in Assemblea costituente sull’articolo 37 che sancisce la parità retributiva e tutela la funzione familiare della donna-lavoratrice alle quote di genere, pochi sforzi normativi sono stati rivolti a migliorare la conciliazione dei tempi fra vita familiare e lavorativa di donne e di uomini.

Premessa: la difficile conciliazione dei tempi oggi

Secondo l’Istat la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di vita familiare risulta difficoltosa per più di un terzo degli occupati e delle occupate con responsabilità di cura nei confronti di figli.

La situazione si è aggravata ulteriormente a causa della pandemia e a causa del proliferare di nuove modalità, più o meno formalizzate, di lavoro da casa, che hanno determinato la sovrapposizione degli impegni lavorativi e familiari.

Il problema tocca non solo gli “occupati” ma anche professionisti e professioniste, lavoratori e lavoratrici occasionali o precari, per i quali il difficile equilibrio tra vita familiare e lavorativa può divenire un ulteriore motivo di discriminazione o esclusione da un mondo lavorativo che non assicura adeguate garanzie.

Il contesto in cui viviamo mostra con chiarezza come le esigenze di cura sono molto cambiate: non si tratta più di una funzione prettamente femminile, a carico delle madri con figli, ma anche i padri oggi si occupano della vita familiare per le ragioni più svariate (perché oggi le donne fanno carriera, perché oggi le famiglie hanno bisogno di due stipendi, e perché, anche i padri possono scegliere di dedicare del tempo alla cura dei figli).

Non solo, non bisogna dimenticarsi che il diritto di bilanciare vita privata e professionale spetta anche alle famiglie e alle persone senza figli, che posso avere diverse esigenze di cura di un familiare o di un genitore a carico.

Come spesso accade, il quadro politico e normativo in materia non sembra ancora pienamente al passo con i cambiamenti sociali descritti. Le misure di conciliazione famiglia – lavoro esistenti sono ancora, troppo spesso, percepite come a vantaggio delle sole donne, non risolvendo così lo squilibrio dei carichi nella vita familiare.

Vi è chi ritiene che tale squilibrio trovi una giustificazione nella stessa Costituzione che, all’articolo 37, tutela la funzione “essenziale” familiare della madre-lavoratrice, senza accordare, almeno espressamente, la medesima funzione al padre-lavoratore.

Tale formula, tuttavia, come si dirà, deve essere letta alla luce del particolare contesto storico in cui è stata elaborata la norma: i lavori dell’Assemblea Costituente, che hanno avuto inizio nel 1946. Pur in netta rottura con il passato regime fascista, si usciva, allora da un periodo di politiche tutte incentrate a rendere la donna subalterna all’uomo in ogni ambito e ad esaltare, al contempo, il modello…

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

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La guerra contro lo Stato condotta dal liberismo della “sussidiarietà”

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