Sono passati già dieci anni dalla dipartita di Margherita Hack, che si è congedata da noi il 29 giugno del 2013 e la cui mancanza si sente sempre di più. Le è stato dedicato l’asteroide 8558 di cui a volte ci si augura un atterraggio sulla terra proprio per colmarla in qualche modo. Perché mai come oggi abbiamo un estremo bisogno di Margherita Hack.
Conservo ancora la sua carta d’identità; me l’aveva lasciata poco prima del suo ritorno in Trentino per l’inaugurazione del noto museo della scienza il MUSE, di cui sarebbe diventata la Presidentessa onoraria – era una sorpresa che le avrebbe fatto un immenso piacere – ma purtroppo 28 giorni prima del grande evento è mancata.
Proprio della morte un giorno le chiesi, se ne avesse timore essendo entrata da tempo nei tempi supplementari della vita. Mi rispose con un ampio sorriso: “Assolutamente no, la penso come gli epicurei: quando ci siamo noi, lei (la morte); non c’è; quando lei c’è, noi non ci siamo più. Quindi perché preoccuparsi?”. E ancora: “La vita è un breve intervallo tra un nulla ed un altro nulla e non si dovrebbe averne timore. Dunque, se non ci preoccupiamo dell’eternità della nostra non esistenza prima della nascita, perché mai ci dovremmo preoccupare dell’eternità della nostra non esistenza dopo la morte?”.
Ci eravamo conosciuti all’inizio del nuovo millennio e da allora abbiamo condiviso molte battaglie per i diritti civili. Il nostro rapporto si è trasformato da una comunione di idee e obiettivi a un’amicizia che inizialmente ti prende la mano per poi arrivare fino al cuore, di quelle che arricchiscono la propria vita, per sempre.
Due immagini mi sono ben presenti anche ora: i suoi occhi azzurri, guarda caso color del cielo, intensi e profondi come la nebulosa di Orione, e il suo sorriso, indimenticabile.
Lei non era pedante o troppo erudita, come i discorsi di certi accademici. Margherita era una persona semplice. Questo lo si percepiva quando parlava, ma pure quando ti guardava negli occhi e ti sorrideva con lo sguardo. Una donna semplice, mai su un palcoscenico in dovere di dare spettacolo: una persona che avresti potuto tranquillamente incontrare al supermercato.
Mi ero chiesto: ma come è possibile che un’astrofisica così importante sia contemporaneamente così chiara nell’esprimere i…