Jimmy Page, gli 80 anni di un mito del rock

Da oltre mezzo secolo, il nome di Jimmy Page è indissolubilmente legato a quello della sua band principale, i Led Zeppelin, gruppo che ancora oggi continua ad essere uno dei più amati ed influenti della storia del Rock. Ne ripercorriamo qui la carriera per comprendere come nacque il mito di un artista destinato a diventare un'icona nell'affollato panorama musicale contemporaneo.

L’infanzia e l’inizio della carriera musicale
Jimmy Page, nome d’arte di James Patrick Page, nacque ad Heston, un quartiere di Hounslow, Londra, il 9 gennaio del 1944. Suo padre, l’inglese James Patrick Page, era un addetto delle risorse umane, mentre sua madre, Patricia Elizabeth Gaffikin, aveva origini anglo-irlandesi e lavorava come segretaria.

Il giovane Page iniziò a suonare la chitarra e ad avvicinarsi alla musica intorno al 1957, all’età di 13 anni. Ebbe modo di studiare con il session man “Big” Jim Sullivan, il quale, curiosamente, fu anche il mentore di Ritchie Blackmore, chitarrista di band altrettanto storiche quali Deep Purple e Rainbow. Le influenze musicali di Page sono vaste e spaziano dal Rockabilly di artisti come –, James Burton, Scotty Moore e naturalmente Elvis Presley, passando poi per il Folk – tra gli altri – di Bert Jansch e John Renbourn, fino ad arrivare al Blues dei grandi Robert Johnson, B.B. King ed Elmore James. Sarà infatti soprattutto il Blues ad influenzare pesantemente la musicalità del chitarrista, il quale, in ogni caso, saprà creare un proprio stile, perfettamente personale e riconoscibile.

Raggiunti i 16 anni, Jimmy Page abbandonò definitivamente la scuola per dedicarsi all’attività musicale. In questo periodo ebbe modo di collaborare con artisti come il poeta Royston Ellis ed il cantante Red E. Lewis.

Una prima vera svolta, nel suo percorso artistico, arrivò poco dopo, quando il cantante Neil Christian gli chiese di unirsi alla sua band. Per il giovane Page iniziò dunque un periodo di lunghe tournée e di incisioni in studio (ebbe infatti modo di suonare in diversi album di Christian, oltre che nel singolo The Road To Love, uscito alla fine del 1962). Durante i continui tour, tuttavia, il chitarrista contrasse la mononucleosi infettiva e fu costretto a interrompere la sua carriera musicale. In questo periodo lontano dalla musica, decise di dedicarsi alla pittura (altra sua grande passione) e di iscriversi dunque al Sutton Art College, nella contea di Surrey.

L’amore per la musica, in ogni caso, non smise di ardere e, contemporaneamente alla sua formazione pittorica, Page continuò a suonare in qualità di turnista per diversi gruppi e artisti quali Cyril Davis All Stars, Alexis Korner’s Blues Incorporated e, addirittura, anche con chitarristi già affermati come Jeff Beck ed Eric Clapton.

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
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Liberazione del lavoro o dal lavoro?

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Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.