Norberto Bobbio: gli anni della formazione

Nel ventennale della morte del grande filosofo e giurista ripercorriamo qui gli anni della sua formazione: dal Liceo Azeglio di Torino alle amicizie con personalità del calibro di Giulio Einaudi, dagli studi giuridici e filosofici all’incontro con Hans Kelsen che, insieme alla Resistenza contro il fascismo, rappresenta per sua stessa ammissione l’inizio di una nuova fase nella vita di Norberto Bobbio.

Bobbio e MicroMega, 1985
“Norberto Bobbio è stato il filosofo italiano più importante del dopoguerra. Ma per MicroMega è stato qualcosa di più, e di più decisivo: un amico che ha accompagnato e sostenuto la rivista prima ancora che nascesse”. Con queste parole si apriva il secondo fascicolo del 2010 di MicroMega. Nel 1985 Giorgio Ruffolo e Paolo Flores d’Arcais si erano recati da Bobbio per chiedergli se era disposto a dirigere la rivista che avevano intenzione di fondare: una rivista dedicata alle “ragioni della sinistra” e, in particolare, della “sinistra eretica”. Bobbio aveva allora settantasei anni e non si sentiva di accettare l’incarico, ma si dichiarava pronto ad appoggiare la futura rivista, cosa che poi fece assiduamente. Tanto assiduamente che venticinque anni dopo, nel 2010, la rivista dedicò un intero fascicolo agli scritti che Bobbio era andato pubblicando sulla rivista stessa, insieme ad alcuni importanti scritti di commento sul suo pensiero. Questa continuità è ulteriormente attestata dal primo fascicolo di MicroMega del 2024, che pubblica Sette lettere inedite di Norberto Bobbio a Paolo Flores d’Arcais, scritte tra il 1989 e il 1994.

In questo 2024 cade il ventennale della morte di Bobbio, avvenuta il 9 gennaio 2004 quando il filosofo e giurista aveva 95 anni. Della sua operosità scientifica rende conto la bibliografia pubblicata nel 1995 da Carlo Violi: 440 pagine di titoli, ai quali andrebbero però aggiunti quelli del suo ultimo decennio, cioè i suoi scritti dal 1994 al 2004. Inoltre il Centro Studi Piero Gobetti di Torino – che conserva anche la biblioteca e l’archivio di  Bobbio – cura in internet due bibliografie rispettivamente di e su Bobbio, costantemente aggiornate: Bibliografia degli scritti di Norberto Bobbio e Bibliografia degli studi su Norberto Bobbio.

Nel 2018 ho cercato di ricostruire un quadro complessivo della vita e delle opere di questo studioso nel volume Norberto Bobbio: una biografia culturale, mentre le pagine che seguono si concentreranno soprattutto sugli anni della sua formazione, che si possono collocare tra la fine del liceo nel 1927 e la fine degli studi universitari nel 1933.

Torino, il Liceo Classico Massimo D’Azeglio e i suoi alunni, 1927 
Bobbio si iscrisse al Liceo Classico D’Azeglio: una vera e propria istituzione nella cultura torinese. Fondato nel 1831 come Collegio di Porta Nuova mutò nome e sede varie volte, divenendo infine l’attuale Liceo Classico Massimo D’Azeglio. La sua collocazione topografica lo rendeva la destinazione naturale dei figli della buona borghesia che abitava in quella zona divenuta centrale. Era quindi quasi scontato che la famiglia dell’affermato medico Luigi Bobbio, residente nel vicino quartiere della Crocetta, iscrivesse il figlio Norberto a quel rinomato liceo classico. Lì Norberto Bobbio doveva stringere amicizie che sarebbero durate tutta la vita. Il sito del Liceo D’Azeglio elenca tra gli allievi Cesare Pavese, Giulio Einaudi, Leo Pestelli, Massimo Mila, Luigi Firpo, Vittorio Foa, Tullio Pinelli, Giancarlo Pajetta, Renzo Giua, Emanuele Artom, Leone Ginzburg, Nor…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore, Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze, le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.