Messico, il compito che attende Claudia Sheinbaum Pardo

Il 2 giugno 2024 si sono tenute le elezioni presidenziali messicane, che per la prima volta hanno visto prevalere una donna: Claudia Sheinbaum Pardo. Per quanto si possa accogliere con simpatia la sua elezione, non va dimenticato che il difficile per Sheinbaum inizia ora e consiste nel rendere la sua coalizione nazionalista-progressista Sigamos Haciendo Historia (“Continuiamo a fare la storia”) davvero di sinistra, sottraendola all’ingombrante influenza del suo predecessore, Andrés Manuel López Obrador, più noto come Amlo.

Nella giornata di domenica 2 giugno, 99 milioni di messicani sono stati chiamati alle urne per eleggere il presidente e altre circa 20mila cariche elettive nazionali e locali, tra cui i 500 deputati, i 128 senatori e i governatori di vari Stati e della capitale, Città del Messico. I risultati indicano con assoluta nettezza la vittoria di Claudia Sheinbaum Pardo, la candidata della coalizione nazionalista-progressista Sigamos Haciendo Historia (“Continuiamo a fare la storia”), raccolta attorno al presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, più noto come Amlo, con il 59,4% dei voti.

In seconda posizione, con oltre 31 punti di distacco, si è collocata Bertha Xóchitl Gálvez Ruíz, la candidata sostenuta dalla coalizione dell’opposizione di centrodestra Fuerza y Corazón por México (“Forza e cuore per il Messico”), con il 27,9%. Più indietro, con il 10,4% dei voti si è collocato l’altro candidato Jorge Álvarez Máynez, sostenuto dal Movimiento Ciudadano di centrosinistra.

La coalizione vincitrice, Sigamos Haciendo Historia, comprende, oltre al Movimiento de Regeneración Nacional (MoReNa), fondato da Amlo nel 2011, anche il Partido del Trabajo (Partito del Lavoro-Pt) e il Partido Verde Ecologista del Messico (Pven), mentre la coalizione di destra Fuerza y Corazón por México è composta dal Partido Acción Nacional (Pan), dal Partido Revolucionario Institucional (Pri) e dal Partido de la Revolución Democrática (Prd).

Nel solco di Amlo ma con radici diverse

Dunque, Claudia Sheinbaum sarà la prima donna a guidare il Messico. Finora solo un’altra donna fu candidata alla presidenza, nel 1982, Rosario Ibarra de Piedra, madre di un giovane scomparso durante la sanguinaria repressione anti-studentesca e antipopolare del governo del Pri negli anni Settanta.

Claudia Sheinbaum è certamente l’erede di Amlo, anche se il suo percorso politico è molto diverso da quello del suo predecessore. López Obrador ha iniziato a fare politica nel Pri, che a quell’epoca era il partito totalmente dominante nel Paese. Claudia Sheinbaum, invece, fu attivista politica nella sinistra fin dalle scuole superiori, passando poi per il movimento universitario. Questa biografia di sinistra viene ostentata dalla neo presidente, che in varie interviste si è definita figlia del R…

Interviste matrioska, i “grandi vecchi” che hanno fatto la storia

Pubblichiamo un estratto dal libro di Ennio Cavalli “Ci dice tutto il nostro Inviato – Un secolo di rivolgimenti e altre minuzie”, edito da Rubbettino editore. Incontri e cronache a cavallo fra il passato e il futuro, “interviste matrioska” con grandi personalità che hanno segnato la storia, dalla penna di un “poeta con i piedi per terra” come lo ha definito Luciano Canfora, che del libro ha curato la prefazione.

Francia: un risveglio di popolo può fermare i prestigiatori del potere

Il presidente prestigiatore che incantava il pubblico con i suoi trucchi ha perso il tocco: Macron in Francia voleva ritrovare margini di manovra per completare il suo mandato quinquennale, ma dal cappello non è uscito l’atteso coniglio, bensì il caos a destra e una potente forza a sinistra, che potrebbe riservarci sorprese.

Gli inganni 
di Foucault

Nel quarantennale della morte di Michel Foucault, lo ricordiamo con l’estratto di un saggio/lettera pubblicato nel numero 8/2020 di MicroMega, che dedicammo al concetto di biopolitica, a chiusura del primo anno di pandemia da Covid-19. La pandemia aveva infatti riportato alla ribalta tale pilastro del pensiero filosofico di Michel Foucault, di enorme successo negli ultimi decenni, specie in alcuni ambienti del pensiero filosofico-politico di sinistra. In una lettera a Roberto Esposito, a tutti gli effetti il principale esponente della biopolitica in Italia, il direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais si lanciava in una rigorosa e appassionata invettiva contro quello che in definitiva, per lui, non è che contraddizione e vuoto filosofico. Foucault, secondo d’Arcais, aveva promesso ipotesi verificabili e confutabili, le ha invece sostituite con ipostasi che del significato di quei fatti diventano matrice e demiurgo. La sua bestia nera finisce per essere l’impegno riformatore, anche il più radicale.