Vicari: “Tortura e sospensione della democrazia, Santa Maria Capua Vetere come la Diaz”

“Senza un chiaro rifiuto istituzionale la pratica della tortura nella gestione dell’ordine pubblico continuerà”. Video intervista a Daniele Vicari, regista del film “Diaz. Don’t clean up this blood” sulle violenze delle forze dell’ordine nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto al G8 di Genova.

“Io penso che i fatti della Diaz siano replicabili, seppur in forma diversa, e quello che è accaduto a Santa Maria Capua Vetere è un esempio”. Daniele Vicari, regista del film “Diaz – Don’t clean up this blood”, intervistato da MicroMega parla del suo film ma anche di attualità. “Nessuno voleva produrre questo film e abbiamo trovato dei fondi all’estero, girando totalmente in Romania” aggiunge il regista raccontando le difficoltà iniziali.

“Diaz” è uscito nel 2012 e racconta sia quello che accadde nei 9 minuti di mattanza della Polizia di Stato nella scuola Diaz di Genova, sia le torture nella caserma di Bolzaneto avvenute nelle ore e nei giorni successivi.

“Nella Diaz sono entrati centinaia di poliziotti e hanno distrutto tutto quello che potevano distruggere, cose e persone. Resta da capire in quale Stato democratico questo possa accadere” aggiunge Vicari.

Le sentenze della Cassazione per i fatti della scuola Diaz sono arrivate 11 anni dopo e secondo Amnesty International “non riflettono la gravità dei crimini accertati, e […] coinvolgono un numero molto piccolo di coloro che parteciparono alle violenze e alle attività criminali volte a nascondere i reati compiuti”.

Credit foto: Ansa Luca Zennaro

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.

La guerra contro lo Stato condotta dal liberismo della “sussidiarietà”

Pubblichiamo un estratto del libro di Francesco Pallante “Spezzare l’Italia”, Giulio Einaudi Editore, 2024. In questo volume, il costituzionalista argomenta in profondità le ragioni di una battaglia per fermare il disegno eversivo dell’autonomia differenziata, il quale, come spiega nel capitolo di seguito, trae origine anche dalla visione, intrisa di liberismo e populismo al tempo stesso, tale per cui lo Stato sia automaticamente un “male necessario” e le istituzioni “più vicine ai cittadini” consentano un beneficio. Una visione che nega alla radice la politica, vale a dire l’opera di mediazione e sintesi che è in grado di tenere insieme la società.