Omissis 25

L’Italia dei segreti di Pulcinella e dei misteri occulti, delle deviazioni di Stato e dei crimini eccellenti, è la protagonista del racconto giallo Omissis 25 di Carlo Lucarelli, apparso su MicroMega nel 2002.

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Da MicroMega 3/2002

«“Non lo so cosa succede. Ho messo il naso in qualcosa di grosso, che ammazza tutti quelli che ci hanno a che fare, me compreso. E non lo so come devo comportarmi, non so come muovermi perché non posso fidarmi di nessuno, neppure del mio comandante”». 

«Capisci», disse l’appuntato Miranda, voltando appena la testa di lato perché con quella nebbia in autostrada non c’era da scherzare, «io non sono uno che ha paura, lo sai, però capisci, a forza di fare tutto quello che abbiamo fatto alla fine le antenne un po’ ti vengono, e allora…». 

Fattori si strinse nelle spalle, tenendo gli occhi fissi sul parabrezza anche se non guidava, perché era vero, la nebbia era fittissima e non si vedeva un cazzo.  

«Capisci», diceva Miranda, «se tu mi dici che va bene, io sto buono e calmo, ma mi devi convincere, perché sennò…». 

Fattori alzò gli occhi allo specchietto, istintivamente, ma era girato verso Miranda e non vide niente. Si t…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.