Arte, protesta e dissonanza: l’esperienza di Ultima Generazione

Gli ambientalisti di Ultima Generazione in Italia e i loro omologhi all’estero si sono resi famosi gettando zuppa, farina e vernice sui vetri di famosi capolavori. Lo fanno per chiedere ai governi di agire subito sulle emissioni di anidride carbonica e sul riscaldamento globale. Mariasole Garacci propone un’analisi del significato delle loro azioni e delle reazioni emotive che hanno suscitato.

A metà novembre 2022 il magazine tedesco Monopol ha pubblicato la sua lista annuale delle cento personalità più importanti nel mondo dell’arte. Prima in classifica è la celebre fotografa Nan Goldin, che negli ultimi anni, insieme al collettivo PAIN, ha portato avanti sit-in e manifestazioni davanti ai più importanti musei occidentali per protestare contro le sponsorizzazioni eticamente discutibili provenienti dalla famiglia Sackler, proprietaria di Purdue Pharma, una società farmaceutica da 80 miliardi di dollari di fatturato annuo che produce e piazza sul mercato, senza troppi scrupoli, l’OxyContin, antidolorifico oppiaceo che negli Stati Uniti, solo nel 2020, ha fatto registrare 68.630 morti per overdose. Un’emergenza sanitaria e sociale che dagli stessi organi governativi statunitensi viene chiamata, senza mezzi termini, “Opioid Epidemic”.

Nella stessa classifica, al diciannovesimo posto, compaiono gli attivisti ecologici delle rete A22, nelle sue varie diramazioni nazionali (tra cui gli italiani di Ultima Generazione) che da qualche tempo si sono resi famosi in tutta Europa con azioni di protesta su famosi capolavori, scatenando nel pubblico, a ogni episodio, ondate di critiche violente, biasimo, accuse di egocentrismo e persino auguri di morte. Secondo Monopol, nonostante la tattica comunicativa adottata fin qui degli attivisti sia discutibile, le loro azioni hanno il pregio di “enfatizzare il valore dell’arte per la società”.

Del resto, proprio negli stessi giorni in cui usciva questa classifica, anche l’ICOM – International Council of Museums (autorevole organizzazione internazionale non governativa nata nel 1946 sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale) ha pubblicato un’interessante dichiarazione in merito alle proteste degli attivisti climatici, nella quale dichiara di riconoscere e condividere la preoccupazione di questi ultimi sulla “catastrofe ambientale che minaccia la Terra”, e di considerare la scelta dei musei quale luogo per la protesta come “una dimostrazione del loro potere simbolico e della loro rilevanza nella discussione sull’emergenza climatica”, aggiungendo che “la società civile è un attore chiave nell’azione per il clima: dalle ONG, alle reti di attivisti, alle istituzioni culturali e i musei. Dobbiamo agire p…

Maastricht

Maastricht, la follia di un’unione monetaria senza un’unione politica

A trent’anni dal Trattato di Maastricht ripercorriamo la storia dell’unione monetaria europea. Un’unione incompleta, poiché a differenza di quella statunitense non poggia le basi su un’unità nazionale, essendo inoltre influenzata dalla ristretta mentalità neo-mercantilista caratteristica del suo Paese dominante, la Germania.

Eritrea

A trent’anni dall’indipendenza, l’Eritrea è una prigione per i suoi abitanti

Il 24 maggio è l’anniversario dei trent’anni dall’indipendenza dell’Eritrea dall’Etiopia, una conquista ottenuta dopo decenni di guerra. La vicenda attraversa diversi periodi storici, dal colonialismo italiano, alla caduta dell’impero etiope, passando dalla dittatura comunista d’Etiopia, fino ad arrivare al conflitto del 2019 nel Tigray e alla sua formale conclusione lo scorso novembre. Un’intervista a Uoldelul Chelati Dirar, Professore Associato di Storia e Istituzioni dell’Africa dell’Università di Macerata per capire il processo di emancipazione dell’Eritrea e la situazione attuale del Paese.

Violenza ostetrica fra tabù e omertà diffusa

La violenza ostetrica è tanto diffusa in questo Paese e nel mondo quanto poco discussa, a causa di tabù culturali e vere e proprie forme di omertà, ma è un’espressione a pieno titolo di quella misoginia violenta che ancora oggi condiziona le vite delle donne. Un reportage sul fenomeno e le possibili soluzioni.