Tutti conoscono la canzone El pueblo unido jamás será vencido, scritta nell’aprile del 1973 dal compositore cileno Sergio Ortega. Le traduzioni e gli arrangiamenti di questo brano sono tantissimi: ne esistono versioni in turco, cinese, giapponese, coreano, svedese, danese, finlandese, greco, russo e in moltissime altre lingue e dialetti. Nel corso di questo mezzo secolo di vita la canzone è stata scandita in migliaia di manifestazioni a tutte le latitudini e ancora oggi dimostra la sua vitalità: a fine 2022 ne è stata diffusa in rete la versione Jin, jiyad, azadi, “Donna, vita, libertà” cantata dalle donne iraniane durante le manifestazioni in solidarietà a Mahsa Amini, la giovane curda uccisa dalla Polizia morale dopo essere stata trattenuta perché non aveva indossato il velo in modo corretto.
Non tutti sanno però come nacque questo brano e per raccontarlo è necessario partire dal contesto. Gli ultimi mesi di esistenza di Unidad Popular, la coalizione larga di centro-sinistra con cui Salvador Allende aveva vinto le elezioni cilene nel 1970, furono molto difficili, conflittuali e violenti. Da anni gli Stati Uniti, attraverso il progetto della CIA Fubelt, finanziavano la destra cilena e l’estrema destra di Patria y Libertad con l’obiettivo di fare scoppiare l’economia del Paese[1] perché la via democratica al socialismo del presidente Allende rappresentava un precedente pericoloso per i repubblicani americani: ”Credevamo allora – a mio avviso giustamente – che le istituzioni democratiche cilene sarebbero state annientate senza il nostro aiuto“, scriverà qualche anno dopo l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger,[2] l’artefice principale del colpo di Sato.
Dopo che nelle elezioni parlamentari del marzo 1973[3] Unidad Popular aveva superato il 44%,[4] gli USA avevano intensificato ulteriormente la loro strategia di destabilizzazione del Paese malgrado la destra lo avesse semi-paralizzato con lo sciopero dei medici (all’epoca esisteva solo la sanità pubblica) e dei camionisti: il Cile è un paese lunghissimo e stretto e il trasporto delle merci avviene esclusivamente su gomma. Inizialmente il governo aveva messo i militari alla guida dei camion, ma gli eversori saldavano gli automezzi l’uno con l’altro così da renderli inutilizzabili. Del resto, i camionisti ricevevano soldi dagli Stati Uniti e guadagnavano più a star fermi che a lavorare. “Alla vigilia delle elezioni del marzo 1973, in cui era in gioco il suo destino, [Allende] si sarebbe accontentato …