“Puoi dimenticare tutto, ma non Anfal”, dichiara Hataw, mentre Salima confida: “Sai, non posso dimenticarlo. Ogni giorno un bambino moriva nella nostra stanza. Uno di loro è morto qui (indica di traverso e si ferma), uno lì (indica un angolo della stanza e si ferma) e un altro laggiù (indica un altro angolo)”.
Nelle testimonianze delle donne e madri sopravvissute ad Anfal, il genocidio dei kurdi* dell’Iraq del 1988, contenute in The Limits of Trauma Discourse Women Anfal Survivors in Kurdistan-Iraq di Karin Mlodoch, la frase “Non puoi dimenticare Anfal” è destinata a trasformarsi in un’eco che si rigenera in un loop insistente, perché Anfal è marchiato nei loro cuori e scolpito nella loro memoria.
In Europa, specialmente in Italia, al contrario, la parola Anfal risuona ancora estranea e sconosciuta, perché per quanto la strage del popolo kurdo venne riconosciuta come genocidio alla fine del 2013 grazie ad una serie di risoluzioni dai Parlamenti di Svezia, Norvegia, Regno Unito e Corea del Sud, tale riconoscimento internazionale (fortemente voluto dalla popolazione kurda irachena) non ha reso questo massacro più conosciuto.
Scrivere e trattare del genocidio Anfal appare, quindi, come un esercizio di memoria per ricordare quanto successo tra il 23 febbraio e il 6 settembre 1988 nel Kurdistan iracheno per opera del dittatore Saddam Hussein.
Le origini e le fasi della campagna Anfal
Partiamo dal nome: Anfal è una parola proveniente dalla Sura coranica numero 8, appunto, “Al-Anfal” (letteralmente “bottino di guerra”). Fu scelta dal partito arabo socialista Ba’ath come nome in codice per indicare la campagna di sterminio del popolo kurdo iracheno del 1988 voluta da Saddam Hussein, stravolgendo così il vero significato presente nel Corano, in cui non vi è alcun incitamento a compiere stragi o violenze.
La campagna Anfal inizia nel febbraio del 1988, ma la persecuzione contro il popolo kurdo ha radici ben più lontane, che vanno rintracciate molti anni prima. Lo studio Bayesian Demography: Projecting the Iraqi Kurdish Population, 1977-1990, a cura di Beth Osborne Daponte, Joseph B. Kadane e Lara J. Wolfson, riporta che nel 1975 il governo iracheno intraprese l’arabizzazione dei villaggi intorno a Kirkuk, pratica che con…