Nel novembre del 1972 Italo Calvino partecipò per la prima volta, in qualità di “invitato d’onore”, a una riunione dell’Oulipo (l’Ouvroir de Littérature Potentielle fondato da Raymond Queneau e François Le Lionnais nel 1960); l’incontro rappresentò la concretizzazione di un’identità di vedute che aveva avuto già occasione di manifestarsi in varie circostanze. Fin dal 1960, nella prefazione alla riedizione dei Nostri antenati, infatti, si ritrovano sue dichiarazioni perfettamente coerenti con quelle sostenute dal gruppo che nasceva proprio in quell’anno «… quello che è sempre stato e resta il mio tema narrativo: una persona si pone volontariamente una difficile regola e la segue fino alle ultime conseguenze…». Su queste basi lo scrittore italiano non poteva non stringere rapporti con l’Oulipo e in particolare con Raymond Queneau, del quale aveva propagato l’opera in Italia, impegnandosi per la sua diffusione con fervore e a più riprese: nel 1967, con la traduzione di Les fleurs bleues e, qualche anno dopo, con la prefazione all’edizione italiana (1981) di Bâtons, Chiffres et Lettres, oltre che con un commento alla traduzione italiana (1982) della Petite cosmogonie portative. Calvino aveva riconosciuto nell’autore dei Cent mille milliards de poèmes e degli Exercices de style una vera e propria anima gemella: Queneau era fautore di una pratica originale, indifferente alle mode, basata su pochi princìpi essenziali pienamente condivisi.

A quella riunione del novembre 1972 Calvino partecipò in modo attivo parlando anche del suo progetto di uno scritto intitolato Les mystères de la maison abominable, una sorta di giallo con una struttura combinatoria.
Frutto delle sue frequentazioni dell’Oulipo, nel quale Calvino entrò a far parte ufficialmente nel febbraio 1973 con la veste provvisoria di membre étranger, è certamente la concezione di alcuni suoi libri. È oulipiano, infatti, il principio della potenziale molteplicità del narrabile che sta alla base del Castello dei destini incrociati (1973), «una macchina – spiega lo stesso Calvino – per moltiplicare le narrazioni partendo da elementi figurali dai molti significati possibili, come può essere …