Due anni di guerra in Ucraina: chi sta pensando al dopo?

I due anni di guerra della Russia contro l’Ucraina iniziati il 24 febbraio 2022 hanno consolidato il Paese, ma anche aperto nuove ferite e paradossi all’interno della sua eterogenea società. Oggi che il patriottismo iniziale si sta spegnendo, quasi fosse alla fine di un processo naturale, lasciando spazio al dolore strumentalizzato da un nuovo tipo di risentimento nazionalista, la politica, l’esercito e la cittadinanza si trovano di fronte a scelte decisive per il futuro del Paese. Nel difendere ogni centimetro di territorio dall’espansionismo russo, Kyiv deve evitare di diventare una nuova Mosca.

Guerra Russia-Ucraina: cos’è il filtraggio?

Nei territori occupati dalla Russia, diversi sono i sistemi adottati per spegnere ogni velleità di resistenza ucraina. Uno di questi è il filtraggio, un sistema che mira a piegare ogni ucraino alla causa dell’invasore attraverso perquisizioni, interrogatori, torture e detenzione arbitraria.

Come si è arrivati alla guerra in Ucraina: la prevedibile irrazionalità di Vladimir Putin

L’invasione su larga scala dell’Ucraina avviata due anni fa da Vladimir Putin ha colto tutti di sorpresa. Eppure, una serie di elementi indicano che la guerra in Ucraina era un’opzione sul piatto fin dalla disgregazione stessa delle repubbliche sovietiche; qualcosa in potenza all’interno delle dinamiche di potere russe, come un’opzione sul (lungo) tavolo del Cremlino nel caso si fossero date alcune condizioni e si fossero verificati determinati sviluppi.

Navalny: “Potete fermare me ma non il nostro lavoro”

Quella che segue è la trascrizione del discorso in tribunale di Aleksej Naval’nyj letto, da remoto, il 15 marzo 2022, mentre l’uomo si trovava già in carcere. In Russia esiste, dai tempi dell’Unione Sovietica, una tradizione nei tribunali: il discorso di autodifesa degli imputati. A dissidenti politici di fatto già condannati dal sistema, viene offerta la possibilità di perorare la propria causa, prendendo la parola per un’ultima volta. Ne conseguono spesso discorsi appassionati, in cui gli imputati incarcerati per ragioni politiche difendono la causa della libertà di espressione e di dissenso. L’associazione per la difesa dei diritti umani Memorial, nella persona di Sergej Bondarenko e Giulia De Florio, ne ha raccolti alcuni nel volume “Proteggi le mie parole” (E/O, 2023). Il discorso che segue non era il primo discorso di autodifesa che Naval’nyj pronunciava: contro di lui nel corso del tempo il potere russo aveva intentato almeno 10 procedimenti. L’ultima condanna, a 19 anni di colonia penale, gli era stata inflitta ad agosto 2023.

Majdan dieci anni dopo, tracce di una rivoluzione che fu anche artistica

Majdan 2014, Evgen Brytavski

Il periodo prolungato delle proteste di Majdan in Ucraina, la loro ormai matura motivazione sociopolitica e il tragico sacrificio che ne è conseguito con l’invasione su larga scala da parte di Putin, hanno dato vita a un’incredibile espressione artistica sia da parte di professionisti sia di amatori attivi nelle piazze della capitale e delle principali città del Paese.