Per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa su larga scala, gli ucraini non sono sicuri che il paese si stia muovendo nella direzione giusta. È questo il risultato del ventiseiesimo campione del Rating Monitoring, un sondaggio ripetuto periodicamente per testare gli umori della cittadinanza. I dati pubblicati lo scorso 19 febbraio segnalano come quasi una persona su due (il 46%) ritenga che l’Ucraina abbia intrapreso una direzione sbagliata. Per rendere l’idea, lo scorso febbraio, a ridosso del primo anniversario di guerra, le risposte negative erano appena il 9%, quelle positive il 77%. Una differenza abissale che solleva numerosi punti di analisi sull’andamento della resistenza ucraina all’invasione russa, giunta oggi al suo settecentotrentesimo giorno di fila.
Con tutti i limiti dei sondaggi condotti in un paese in guerra, l’85% continua a credere nella vittoria contro la Federazione Russa, sebbene il 79% ritiene questa eventualità impossibile qualora dovesse chiudersi definitivamente i rubinetti del sostegno occidentale. Quest’ultimo appare il principale timore della popolazione ucraina, e soprattutto dell’élite politica.
La percezione di tradimento dopo un biennio di retorica occidentale sulla lotta per la libertà e democrazia, mentre il sostegno all’Ucraina è retrocesso al livello di uno dei tanti temi della pre-campagna elettorale statunitense, cresce a dismisura all’interno del paese. I suoi effetti, se prolungati, saranno imprevedibili: in modo particolare se la situazione al fronte dovesse ancora peggiorare, dopo la recente e caotica ritirata ad Avdiivka, nei sobborghi occidentali della città di Donec’k.
La scorsa estate il giornalista e storico Mychajlo Dubinjans’kij – penna ‘controcorrente’ dell’Ukrainska Pravda – delineava i rischi politici e sociali di una ‘vittoria mutilata’ dell’Ucraina, nel caso cioè Kyiv non fosse riuscita, alla fine della guerra, a riconquistare tutti i territori occupati, comprensivi delle repubbliche autoprocalmate dell’est e della Crimea. Con un paragone diretto alla condizione italiana in seguito alla Grande guerra, Dubinjans’kij avvertiva i lettori dei rischi di un risentimento nazionalista che avrebbe potuto degenerare nell’instaurazione di un governo autoritario di estrema destra a Kyiv.
Queste ipotesi erano formulate nel pieno dell’ottimismo per la controffensiva ucraina della scorsa estate. In seguito al fallimento di quest’ultima, le prospettiv…