Dialogo sulla Chiesa e i corpi delle donne

La vita e la morte, gli embrioni e i bambini, la Chiesa e la politica. I corpi delle donne. Di fronte a chi – impunemente – definisce l’aborto un omicidio (e dunque le donne assassine), riproponiamo da MicroMega 1/2008 un dialogo franco tra due donne, un confronto tra generazioni.

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Mariella Gramaglia: Prima di entrare nel merito del nostro dialogo, tengo a una premessa. Da diversi anni a questa parte, ho cominciato a praticare la tradizione spirituale buddista. Uso questa formula non a caso, perché si tratta esattamente di un lavoro di disciplina interiore: non direi mai «sono buddista», come se indossassi una divisa. Visto però che il tema di questo nostro dialogo è l’aborto e, dunque, anche il rapporto con la vita e il suo valore, mi sembra opportuno – soprattutto per i lettori di MicroMega, che certamente legano il mio nome alla tradizione del femminismo laico italiano – esprimere chiaramente questa dimensione che …

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.