Il lavoro uccide. Storie e cifre di una strage quotidiana

772 morti sul lavoro nei primi otto mesi del 2021. Una carneficina che non accenna a fermarsi. Il 13 novembre i sindacati saranno in piazza per dire basta: “Chiediamo al Governo provvedimenti drastici per garantire la sicurezza e la dignità dei lavoratori”.

Aveva 48 anni ed è morto in fabbrica, schiacciato dai rulli di un macchinario: un lavoratore impiegato in un’azienda tessile a Campi Bisenzio, la culla fiorentina della più grande mobilitazione operaia degli ultimi tempi. La notizia della sua morte è divampata mentre i lavoratori della Gkn – multinazionale del settore auto-motive, il cui braccio produttivo toscano è stato occupato dalla rabbia operaia targata Collettivo di Fabbrica – puntavano a Firenze per protestare contro i 400 licenziamenti via mail.

Avevano 42 e 46 anni e sono morti nella sede del Campus dell’università Humanitas di Milano: due operai – assunti da una ditta che, a sua volta, lavorava in subappalto per un’altra azienda – caricavano azoto liquido in una cisterna per far carburare i laboratori dell’ateneo.

Qualcosa è andato storto e il gelo ha stroncato le loro esistenze. Nei dintorni di Lecce, un uomo di 39 anni era intento a demolire il solaio di un garage quando il lastrico solare su cui lavorava è crollato. Il suo corpo è stato risucchiato tra le macerie. Nel pavese, due operai sono morti per asfissia. Nella provincia di Cuneo, due operai sono morti intossicati inalando del monossido di carbonio. Stesso destino per una coppia di lavoratori strangolati da vapori tossici. In Valle d’Aosta, sono stati travolti da una lastra di cemento due operai. Il 29 settembre, invece, in sole 24 ore, ne sono stati uccisi cinque, ognuno in una località differente del Paese. Tutti operai e operaie, in orario di lavoro.

Questo è lo scenario tricolore. Una (piccola e superficiale) cronologia dell’orrore, rivelatrice però di una tragica verità: in Italia, purtroppo, il lavoro uccide. E lo fa quotidianamente. Trattori ribaltati, gas velenosi, pontili issati ad altezze vertiginose sono gli strumenti con cui vengono perpetrati gl…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.