Cent’anni di Margherita

A un secolo dalla nascita ricordiamo l’astronoma Margherita Hack e il suo appassionato impegno civile con un’antologia delle sue dichiarazioni sulle tematiche che più le sono state a cuore: dalle pari opportunità alla bioetica, dall’ateismo all’ecologismo fino alla lotta alle pseudoscienze.

Il 12 giugno 1922 nasceva Margherita Hack. Astronoma e divulgatrice, il suo appassionato impegno civile si è manifestato in moltissimi ambiti, sostenendo sempre le ragioni della sinistra. Vogliamo ricordarla, a cent’anni dalla nascita, con una serie di sue dichiarazioni* riguardanti le principali tematiche che le sono sempre state molto a cuore e che l’hanno costantemente vista impegnata in prima persona.

Cronologia  
-12 giugno 1922: Margherita nasce a Firenze da Maria Anna Sarti, fiorentina, e Roberto Hack, di origini svizzere.
-1940: consegue la maturità classica e si iscrive al corso di laurea in fisica presso l’università di Firenze.
-19 febbraio 1944: sposa Aldo De Rosa, compagno di infanzia.
-15 gennaio 1945: si laurea in fisica con una tesi sulle stelle variabili. Relatore Mario Girolamo Fracastoro. -1945-1948: lavora a Firenze come assistente volontario all’Osservatorio Astronomico.
-1948: viene nominata assistente incaricata ad Arcetri.
-1950: vince il concorso per assistente di ruolo.
-1953: trascorre sei mesi a Parigi all’Institut d’Astrophysique.
-1954: ottiene la libera docenza e chiede il trasferimento all’osservatorio di Merate.
-1962: soggiorno di lavoro a Princeton, all’Institute for Advanced Study.
-1964: diventa professore ordinario e dal 15 dicembre è titolare della cattedra di astronomia all’Università di Trieste, assumendo la direzione dell’Osservatorio che terrà per 23 anni.
-1979: esce il primo numero del bimestrale Astronomia, da lei diretto insieme a Corrado Lamberti.
-1984: nasce il Dipartimento di Astronomia dell’università di Trieste e ne diventa direttrice.
-1987: lascia la direzione dell’Osservatorio astronomico.
-1997: lascia la direzione del Dipartimento di astronomia.
-29 giugno 2013: muore all’ospedale di Cattinara a Trieste per complicazioni cardiache. Viene tumulata nel cimitero di Sant’Anna senza alcuna cerimonia.

Pari opportunità

La parità di genere per Margherita (o Marga, come la chiamava il marito Aldo) è sempre stata una cosa scontata e naturale. Come lei stessa afferma, ogni classificazione non ha ragione di essere e ogni stereotipo è un fatto puramente culturale acquisito dall’educazione:

Forse mi dicevano che ero una maschiaccia perché giocavo più spesso con i maschi. È che da piccina mi trovavo meglio con i ragazzi che con le ragazze. Per i giochi, per tutto (p. 10).

Cominciamo col dire che per me differenze tra uomini e donne non ce ne sono. Anzi, se devo essere sincera, m’ha dato sempre noia questa divisione di genere. Oggi si dice genere perché sembra più elegante, una volta si diceva sesso e si capiva prima. Ma se proprio dobbiamo classificarci, allora diciamo che, visto che siamo tutti abitanti di questa Terra, siamo terrestri e basta (p. 18).

La famiglia deve cambiare e sta cambiando. Per le donne di oggi non dovrebbe esistere la sc…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
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La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.