La razionalità delle emozioni

“L’errore di Cartesio”, del neuroscienziato Damasio, è un viaggio nei meandri della mente umana, che condurrà il lettore a scoperte impensabili.

Se vi trovaste a discutere con un giudice sulla natura delle sue decisioni, molto probabilmente il vostro interlocutore togato decanterebbe la razionalità delle sentenze, massima espressione della logica giuridica. È a dire il vero un’impostazione comune, retaggio forse di quelle concezioni illuministico-cartesiane che vogliono la ragione totalmente separata dalle emozioni, puro pensiero contrapposto alla corporeità emotiva.

Si tratta di un clamoroso abbaglio; ed è un grande neuroscienziato portoghese, Antonio Damasio, a guidarci sulla retta via nel suo classico saggio L’errore di Cartesio, un lungo viaggio nei meandri della mente umana. Quello di Damasio è uno di quei libri-miniera, che richiedono un’opera di faticoso scavo da parte del lettore ma che riservano, alla fine di un’ostica discesa nelle profondità del sapere, la vista di gemme di rara bellezza. Ci troviamo infatti di fronte a un mondo di nozioni e di immagini “controintuitive”, del tutto ribaltate rispetto alla piatta dimensione dei luoghi comuni.

Il libro si apre, quasi fosse un romanzo, con la curiosa storia di Phineas Gage[1], caposquadra venticinquenne di un’impresa di costruzioni, trapassato alla testa da una barra metallica: si salverà, mantenendo miracolosamente intatte le capacità cognitive, ma perdendo irrimediabilmente quella che Goleman ha poi definito, in un noto saggio[2], l’intelligenza “emotiva”, ovverosia la capacità di conoscere e controllare le proprie emozioni (autocontrollo) e di relazionarsi con gli altri (empatia). Questa inedita dissociazione rivelerà un aspetto sorprendente: se nelle operazioni logico-matematiche il giovane ragazzo aveva mantenuto intatte le sue facoltà, al contrario la sua attitudine di prendere decisioni razionali era andata totalmente perduta. In qualunque decisione, Gage manifestava un’assoluta incapacità, tanto da perdere completamente la possibilità di pianificare il proprio futuro come qualsiasi persona normale.

Che cosa vuol di…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.