GKN, l’ostinazione di una lotta che può cambiare tutto

La vicenda della fabbrica GKN in Toscana è una delle “cronache operaie” di questi anni più interessanti e ricche di speranza. Da un licenziamento in tronco alla decisione, attraverso un percorso unitario tenacemente difeso dai lavoratori e dalle lavoratrici, di occupare la fabbrica e di dare vita a una nuova linea produttiva, sottratta ai meccanismi capitalistici e riorientata all’idea di bene comune e di servizio alla collettività.
GKN

Sono le ore 00:01 del 1° gennaio 2024. Stiamo brindando davanti ai cancelli della ex GKN di Campi Bisenzio in mezzo ad altre migliaia persone (cinquemila persone come picco, settemila il passaggio complessivo) che hanno scelto di essere qui in questa serata di Capodanno che è insieme protesta, concerto, barricata e veglia. 

Cantiamo la cover dei Meganoidi di Zeta Reticoli mentre seguiamo il richiamo del tamburo di Snupo, Alessandro Tapinassi, che ci invita a partire in corteo dietro allo striscione rosso con la scritta bianca INSORGIAMO, verso quello che ci auguriamo possa essere un anno nuovo e non solo un nuovo anno. Ad accompagnarci verso la mezzanotte, dal palco montato di fronte al cancello d’ingresso della fabbrica, sono state le parole del delegato RSU Dario Salvetti: “Andiamoci a prendere il futuro, smettiamo di vivere in un eterno presente senza prospettiva, proviamo a vincere in GKN per dare un esempio contagioso a questo Paese e al resto d’Europa”. 

Assemblea pubblica durante il meeting internazionale e giornata di lotta del 5 novembre 2023.

Prima di lui insieme agli operai e alle operaie, sul palco o in collegamento, ci sono stati Adelmo Cervi, Luciana Castellina, Alessandro Barbero, Vauro e David Riondino e altri attivisti e attiviste provenienti da diversi gruppi di lotta. Oltre agli interventi si sono esibiti tanti artisti, artiste e gruppi musicali introdotti da Nicola Borghesi, attore e autore, insieme a Enrico Baraldi, dello spettacolo teatrale Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, realizzato con gli operai e le operaie della ex GKN. Si è parlato di futuro e di una fabbrica pubblica socialmente integrata che sia capace di creare convergenza, di parlare di cultura e di inserirsi “senza sgomitare” nel complesso dibattito intorno a questioni centrali della contemporaneità, quali la violenza di genere, la Palestina e i tanti temi che devono rimanere centrali nella vita di tutte e tutti. 

Questo futuro ha iniziato a prendere forma il 9 luglio 2021 quando, dopo aver ricevuto una mail di licenziamento che lasciava a casa …

“L’Ucraina è il campo di battaglia su cui si gioca il futuro dell’Europa”. Intervista a Karl Schlögel

In un’intervista esclusiva rilasciata a margine della presentazione all’Ehess di Parigi del suo nuovo volume in francese sulla guerra in Ucraina – “L’avenir se joue à Kyiv. Léçons ukrainiennes” (“L’avvenire si gioca a Kiev. Lezioni ucraine”) –, lo storico tedesco Karl Schlögel evidenzia l’importanza per l’Europa della guerra di liberazione dell’Ucraina. “È il popolo ucraino, attaccato dalla Russia neo-totalitaria e dal russofascismo, a resistere in prima linea per l’Europa. Combattendo per la sua libertà, difende anche la nostra”.

La Bestia del nuovo fascismo. Intervista a Paolo Berizzi

Paolo Berizzi, giornalista di “Repubblica” che da anni conduce inchieste sul nuovo fascismo, ha recentemente pubblicato per Rizzoli il libro “Il ritorno della Bestia. Come questo governo ha risvegliato il peggio dell’Italia”. Il ritorno della Bestia non coincide con quello del fascismo storico ma con quello di un fascismo nuovo, pop, che però con il primo condivide alcune caratteristiche, le peggiori che l’Italia abbia espresso e continua a esprimere. Ne parliamo con l’autore, che vive da anni sotto scorta in seguito a minacce di gruppi neofascisti e neonazisti.

Libia, un Paese instabile alla mercé degli interessi stranieri

Il 16 maggio 2024 ricorre il decimo anniversario del lancio, da parte delle forze del generale Khalifa Haftar, dell’offensiva chiamata Operazione Dignità. Con l’occasione ripercorriamo le tappe fondamentali del decennio appena trascorso per contestualizzare lo stato attuale della Libia. O meglio, delle Libie.