Tripla gola. Matteo, il vicerè sulle orme di Berlusconi

Doveva essere l’uomo del cambiamento, ma con l’attacco alla magistratura il premier Renzi si afferma sempre più come la prosecuzione di Berlusconi. Tante somiglianze, poche differenze: “L’Olonese incuteva paura, monco dell’organo morale, mentre il successore vanta ascendenze rispettabili ma guardiamolo: è ideologicamente sordo, grimpeur, ingordo, cultore d’utili relazioni d’affari; sente crescere l’erba; come intenda le partite politiche, risulta dallo sbalorditivo accordo familiare con Denis Verdini, pluririnviato a giudizio quale bancarottiere e gran visir storico alla corte berlusconiana”.

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da MicroMega 4-2016

Così s’era presentato, sindaco fiorentino, avendo stravinto le discusse primarie d’un partito in crisi genetica. Abbiamo negli occhi i fotogrammi nei quali compariva, ciclista curvo sul manubrio. Pochi sapevano chi fosse. Inveiva contro notabili Pd, annunciando novità radicali, ma anziché sfidare l’assetto equivoco uscito dalla XVII legislatura, vi salta dentro portandovi uno staff d’ignoti con qualche ministro «diversamente berlusconiano». Presto nascono dubbi sulla sua identità: il vecchio Pd non teneva testa a Berlusco Magnus e lo spregiudicato successore se lo piglia come junior partner (avendo la metà dei suoi anni): lascia cadere le vecchie insegne; pesca nelle file d’Arcore, la cui politica prosegue puntando «al partito nazionale» su modello novecentesco, anni Venti e Trenta. L’avevamo nei cromosomi, Benito Mussolini, ombroso parlatore egomane, capo d’un governo il cui personale va e viene al suo cenno; tutt’e due rifondano la macchina del potere; insofferenti d’ogni dialogo, parlano in prima p…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.