Inedito / Logos in ceppi

In un voluminoso manoscritto autobiografico Franco Cordero parla più volte di un’opera che aveva in mente e che chiama il più delle volte “Il trittico del dogma”, talvolta “Il trittico del cristianesimo ragionevole” o “Il trittico del cristianesimo intelligente”, che risulta dovesse essere organizzata in tre sezioni dedicate rispettivamente a De Maistre, Locke e Loisy. I file relativi alle prime due parti sono stati ritrovati, quelli relativi alla parte dedicata a Loisy non ancora. Anticipiamo qui un estratto della parte dedicata a De Maistre (che pubblicheremo integralmente nel prossimo Almanacco di Filosofia di MicroMega), per il quale ringraziamo vivamente la figlia di Franco Cordero, Giuditta Cordero-Moss. In questo estratto Cordero offre una disamina del volume Considérations sur la France (1796).

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Deus regit mundum 

Capitolo I, «Des révolutions», ovvero un salto nel paradosso teologale. «Nous sommes tous attachés au thrône de l’Etre suprême par une chaîne souple, qui nous tient sans nous asservir»: legati da catene invisibili, siamo liberi «sous la main divine», al centro d’una sfera variabile; l’«eternel geomètre» muove, estende, restringe, arresta le volontà, lasciandole intatte. Elegante vaniloquio, quale rimane nella seconda metafora, dell’orologio i cui meccanismi mutino continuamente in forza, peso, forma, e tuttavia indichi l’ora, infallibile. La diavoleria francese risulta inesplicabile nelle solite chiavi causali. «Non vi capisco niente», confessa l’osservatore: gli avvenimenti smentiscono le previsioni più sicure; ogni cosa riesce ai malvagi, «tandis que le bon parti est malheureux et ridicule» qualunque mossa tenti; uomini da poco eseguono imprese colossali, portati dalle circostanze; volevano&…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.