Sessismo, razzismo e disuguaglianze: una sfida anche per l’intelligenza artificiale

Basandosi su dati creati dagli esseri umani i sistemi di intelligenza artificiale possono incorporare (e di fatto incorporano) i pregiudizi radicati nella società. Con impatti non trascurabili in termini di rafforzamento delle disuguaglianze esistenti.

Sempre più istituzioni e aziende affidano i propri processi decisionali (come per esempio quelli relativi alla selezione del personale) a sistemi di intelligenza artificiale, nella convinzione che un algoritmo possa fornire una risposta scevra da qualsiasi condizionamento o influenza. Ma è proprio così?  

Il discorso sembrerebbe non fare una piega: gli algoritmi si limitano a fare ciò che si chiede loro e sono completamente indifferenti rispetto ai dati su cui sono chiamati a operare. Ma, c’è un ma: i dati su cui si basano sono infatti generati, raccolti e catalogati da persone in carne e ossa, le quali determinano anche da quali datasets gli algoritmi debbano attingere e su quali variabili e regole debbano fondarsi. E in entrambe queste fasi possono essere introdotti (e di fatto lo sono) pregiudizi e distorsioni, che in tal modo vengono incorporati nei sistemi di intelligenza artificiale.  

Studi e ricerche a conferma di ciò non mancano (raramente però superano i confini delle riviste specializzate, nonostante l’attenzione che il tema meriterebbe nelle nostre società sempre più tecnologizzate). In un recente articolo pubblicato su Stanford Social Innovation Review, Genevieve Smith e Ishita Rustagi (analiste del Center for Equity, Gender and Leadership dell’Università di Berkeley, California) hanno affrontato la questione prendendo le mosse da un’esperienza personale. Nel 2019, Genevieve e il marito hanno fatto richiesta per la stessa carta di credito: nonostante Genevieve avesse un punteggio di credito leggermente migliore e medesime entrate, spese e debiti del ma…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.