Scienza, pseudoscienza e deliri eugenetici

Nata con le migliori intenzioni nella mente del suo ideatore, Francis Galton, l’eugenetica è una disciplina che ha avuto drammatici sviluppi nella Germania nazista – con l’aberrante progetto di eliminazione fisica degli individui inadatti – ma anche in paesi considerati civili e democratici.

In un precedente articolo abbiamo evidenziato la pericolosità sociale delle pseudoscienze. Il confine tra scienza e pseudoscienza tuttavia non sempre è ben evidente e il rischio di scivolare dalla prima alla seconda è costantemente in agguato. Con l’avvicinarsi del Giorno della Memoria, vogliamo qui ricordare i drammatici sviluppi che una disciplina, nata con le migliori intenzioni nella mente del suo ideatore, ha avuto non solo all’interno del regime nazista, ma anche in paesi considerati civili e democratici[1]. La scienza offre potenti strumenti all’umanità ma, per evitare il rischio di cadere in un cieco scientismo, le sue applicazioni devono essere oggetto di accurate valutazioni critiche che non possono prescindere da considerazioni etiche.

Francis Galton nacque a Sparkbrook, vicino a Birmingham, il 16 febbraio 1822. Era nipote di Erasmus Darwin (1731-1802) nonché cugino del grande Charles Darwin (1809-1882), padre della moderna teoria dell’evoluzione.

Francis studiò dapprima medicina, senza completare gli studi, poi studiò matematica a Cambridge, ma anche questa volta non conseguì il titolo finale. Fu un intellettuale eclettico ed estremamente prolifico: le sue pubblicazioni, tra articoli e libri, ammontano a 340.

Si interessò di molteplici discipline: esplorazioni geografiche, antropologia, meteorologia, climatologia e statistica. Il suo interesse per quest’ultima disciplina derivava dai suoi studi in genetica, antropologia e psicologia e dalla necessità di disporre di affidabili strumenti di indagine quantitativa. Importanti concetti della moderna statistica furono introdotti per la prima volta da lui. Galton viene anche tradizionalmente considerato il padre della biometria, cioè di quella disciplina che, attraverso metodi matematici e statistici, si propone lo studio e la misurazione delle variabili fisiologiche o comportamentali tipiche degli organismi viventi e degli esseri umani in particolare. Nel 1901 Galton fondò e finanziò a tale scopo la rivista Biometrika. Molto amico del grande matematico e statistico inglese Karl Pearson (1857-1936), nel 1904 farà confluire il suo Eugenics Record Office nel laboratorio di biometria di Pearson, dando origine al Laboratorio Galton all’interno dello University College di Londra (che, nel 1996, entrerà a far parte del Dipartimento di biologia del College).

Nell’ambito dei suoi studi biometrici, Galton si occupò estesamente di impronte digitali. In particolare cercò di calcolare quale potesse essere la probabilità che due individui avessero le stesse impronte, ne studiò l’ereditarietà e inventò un sistema di classificazione che ne facilitò l’utilizzo in campo giudiziario.

Galton mostrò sempre uno spiccato interesse per i problemi sociali. In quest’ottica egli credeva sinceramente che si potessero migliorare le condizioni di vita dell’uomo attraverso il miglioramento della razza umana e mediante la selezione di una élite intellettualmente superiore. A tale scopo egli creò una nuova disciplina da lui stesso denominata eugenetica[2] (dal greco eu = buona, genesis = nascita). L’eugenetica è spesso chiamata anche darwinismo sociale in quanto cerca di applicare alla società umana i principi del darwinismo biologico.

Galton morì a Haslemere il 17 gennaio 1911. Per disposizione te…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

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Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.