Spazio e porti: il mondo ridisegnato dalla logistica

DIALOGHI SOPRA I MASSIMI SISTEMI D’IMPRESA / 4. La logistica, grazie all’introduzione dei container, ha rivoluzionato il sistema mondiale dell’economia post-industriale. Una riflessione sulle trasformazioni e sul futuro dei traffici marittimi e della portualità nazionale nel dialogo tra Pierfranco Pellizzetti e Umberto Masucci, presidente del Propeller Club Italia, associazione nazionale degli operatori marittimi.

DIALOGHI SOPRA I MASSIMI SISTEMI D’IMPRESA

1: Consumatore sovrano e neutralità tecnologica: miti o certezze?
Dialogo tra Pierfranco Pellizzetti e l’avvocato d’affari Matteo Bonelli.

2: Autunno del ciclo economico: retoriche e conflitti
Dialogo tra Pierfranco Pellizzetti e Giovanni di Corato, CEO di Amundi Real Estate SGR.

3: Laissez nous faire come back. Due industrialisti tra ottimismo e pessimismo
Dialogo tra Pierfranco Pellizzetti e Antonio Gozzi, presidente del Gruppo Duferco.


Caro Umberto[1],

«In genere tutti gli zar, gli imperatori e i dittatori,

di destra o di sinistra, diffidano dei porti […] troppo

aperti all’influenza straniera, a idee insolite e aliene»[2].

Robert Hughes

«Una volta che la distanza non è più una barriera, il

salario di una ragazza cinese è entrato in gara con la

paga dell’operaia tessile di Prato. Con l’avvento della

scatola globale [container] ogni mestiere industriale

è stato messo di fronte a un’alternativa drammatica:

diventare internazionale o sparire»[3].

Federico Rampini

Produzione Vs. distribuzione

Poco meno di un quarto di secolo fa, in una raccolta di saggi curata dal socio-economista di…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.