Mussolini al soldo degli inglesi. I dispacci britannici sui Fasci: “Occorre pompare questa gente”

Nel nuovo volume di Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella “Nero di Londra”, appena edito da Chiarelettere, in luce i rapporti tra il futuro duce e l’Inghilterra, ‘perfida Albione’. Risale ad allora il prototipo della ‘strategia della tensione’ come modello terroristico.

“Mussolini è in assoluto il personaggio italiano più celebre del mondo. Più di Cavour, Garibaldi, Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi”. Che altro dire che non sia già detto? Ma poiché la storia è un pozzo senza fondo, più si scava nel passato e più emergono sorprese.

“Noi abbiamo voluto indagare un aspetto ancora sconosciuto del duce: le strette relazioni che ha intrattenuto coi servizi segreti inglesi. Il nostro campo d’indagine riguarda i ‘dietro le quinte’ di alcuni eventi accaduti tra Caporetto e la marcia su Roma”.

Lo spiegano a MicroMega due studiosi, Mario José Cereghino, esperto di archivi anglosassoni, e Giovanni Fasanella, giornalista d’inchiesta, autori di Nero di Londra. Da Caporetto alla marcia su Roma: come l’intelligence militare britannica creò il fascista Mussolini. Il saggio, che rende visibile una trama sorprendente della storia di quegli anni, è appena uscito per l’editore Chiarelettere, con cui i due ricercatori hanno già pubblicato “Il Golpe inglese” (2011), “Colonia Italia” (2015), più volte ristampati, e di recente “Il Libro nero della Repubblica italiana” (2021).

Benito, scrigno di sorprese

A un secolo dagli eventi che hanno stravolto per i venti anni a seguire la storia d’Italia e dell’Europa intera, infatti, il volume getta una nuova luce su una serie di risvolti finora oscuri, relativi all’ascesa al potere mussoliniana e all’affermazione del fascismo, fornendo – grazie a una documentazione approfondita – particolari rimasti ignoti.

Un’inchiesta che, per la forza delle rivelazioni sul sostegno dell’intelligence e dei conservatori britannici a Benito Mussolini, apre nuovi orizzonti circa i legami che hanno unito i due Paesi. “Fin dalla Prima Guerra mondiale – sostiene Fasanella – i servizi militari britannici danno vita a un piano segretissimo, chiamato ‘The Project’, per il controllo totale dell’Italia a partire dall’autunno del 1917, subito dopo la catastrofe di Caporetto”.

Artefice di quell’iniziativa eversiva è il tenente colonnello Sir Samuel Hoare, capo del Directorate of Military Intellige…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore, Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze, le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.