Mentre Israele scivola nel totalitarismo, l’apartheid contro i palestinesi è sempre più feroce

Per la prima volta in tanti anni in Israele decine di migliaia di cittadini, sia di appartenenza ebraica sia arabo-israeliani, sono scesi in piazza per protestare contro il governo di Nethanyahu. E mentre il Paese scivola nel totalitarismo, l'apartheid contro i palestinesi si fa sempre più feroce.
apartheid contro i palestinesi

Nella rinnovata attenzione che negli ultimi giorni i mass media hanno riservato all’attentato terroristico a Gerusalemme rivendicato dalla Jihad islamica – i funerali delle vittime sono stati trasmessi in diretta sulla TV pubblica italiana – e agli attacchi dell’esercito israeliano a Jenin, nel territorio della Cisgiordania, la maggior parte dei cronisti ha mancato di riferire che questa ripresa delle ostilità belliciste avviene in un momento inedito per la società e per la politica israeliana: durante il mese di gennaio 2023, infatti, per la prima volta in tanti anni in Israele decine di migliaia di cittadini, sia di appartenenza ebraica sia arabo-israeliani, sono scesi in piazza per protestare contro il governo di Nethanyahu e, in misura minore, per denunciare l’apartheid contro i palestinesi.

Un governo di estrema destra e un Paese che scivola nel totalitarismo
Nel corso di due settimane le persone hanno riempito le piazze a Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa e in altri centri contro quello che è stato definito “il governo più di destra della storia d’Israele” e in particolare contro la riforma della giustizia intentata dal ministro Yariv Levin e fortemente appoggiata dal capo del Governo, oltre che dai suoi alleati. Se dovesse andare in porto, conferirebbe al Parlamento un aumentato potere di nominare e rimuovere giudici, e l’inedita possibilità di bloccare le decisioni dei giudici della Corte Suprema, sottomettendo in questo modo lo svolgimento del potere giudiziario alla volontà della maggioranza politica. Laddove oggi è invece la Corte Suprema che svolge funzione di garanzia rispetto all’eventualità che leggi proposte dalla maggioranza politica siano in contrasto con altr…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.