Orlando Figes: “La società russa non coincide né con i miti di Putin, né con gli schemi dell’intelligencija liberale”

“Storia della Russia. Mito e potere da Vladimir II a Vladimir Putin” di Orlando Figes racconta in che modo la propaganda e il regime di Stato riscrivono la storia della Russia in base ai miti del potere, presentandola in questo modo sia ai russi, sia al mondo esterno. Ma la società russa, spiega lo studioso in questa intervista, non coincide con lo Stato né con la sua propaganda. E però, come dimostrano il protagonismo contadino durante i secoli e l’esperienza rivoluzionaria del 1917, nella sua autodeterminazione democratica non coincide neanche con il modello liberale e occidentalista auspicato dall’intelligencija, la quale a sua volta sconta uno scollamento sempre più forte dalla società.
Mentre Israele scivola nel totalitarismo, l’apartheid contro i palestinesi è sempre più feroce

Per la prima volta in tanti anni in Israele decine di migliaia di cittadini, sia di appartenenza ebraica sia arabo-israeliani, sono scesi in piazza per protestare contro il governo di Nethanyahu. E mentre il Paese scivola nel totalitarismo, l’apartheid contro i palestinesi si fa sempre più feroce.
Il tempo della politica incentrata sui leader è finito

L’Italia della Seconda Repubblica da tempo non è più quella del voto per ideologia e appartenenza politica. Continuare a fossilizzarsi sul Leader impedisce di vedere che le correnti di fondo delle scelte elettorali sono mosse dai bisogni della gente comune, anche quando a votare non ci va; e che la politica vince se li interpreta.
Se Fukuyama avesse letto Carla Lonzi…

Nel suo ultimo libro “Il liberalismo e i suoi oppositori”, il politologo americano Francis Fukuyama rivede a 30 anni di distanza le eccessive sicurezze riguardo alla “Fine della storia” e riconosce che il liberalismo, nel XXI secolo, è un veliero nella temperie; che non necessariamente supererà la tempesta.
Nuove tribù e politiche identitarie: il potenziale distruttivo della “mia verità”

Escono in Italia “Generazione offesa” di Caroline Fourest e “La nuova intolleranza” di Puckrose/Lindsay, due saggi necessari per fare il punto sulla faglia sismica dell’identitarismo politico.
“Di fronte alla paura”: le donne non sono mai state estranee alla guerra

L’idea di una intrinseca estraneità delle donne alla guerra, sostenuta anche da una parte del femminismo, è funzionale alla narrazione patriarcale. L’indipendenza femminile e la capacità di autodifesa delle donne infatti contraddicono in modo cogente ogni sistema politico fondato sulla necessità protettiva del patriarcato nei confronti delle donne.
Ritroviamo l’Europa, nazione plurale

Nessuna vicenda come la guerra può farci capire che l’unico ancoraggio identitario che valga la pena di darsi per sapere chi siamo è a partire dallo spazio e dal tempo.