Le élite sonnambule

La guerra in Ucraina sta alimentando l'industria bellica americana, che a sua volta sta facendo volare l'economia statunitense. Il tutto sulla pelle degli ucraini. Come si è già verificato in passato, gli Stati uniti si arricchiscono giocando alla guerra a casa degli altri. Intorpidite da un’assillante propaganda di guerra, le opinioni pubbliche occidentali sono in catalessi politica. È possibile che nessuno stia studiando le menzogne che ci vengono propinate, i silenzi?

Quando al liceo studiavo storia moderna e le guerre settecentesche, mi sembrava così assurdo che centinaia di migliaia di persone fossero morte per qualche fortezza sperduta o piccoli paesetti: come una frivolezza delle stragi. Con la guerra di successione spagnola (1701-1714), nei trattati di pace di Utrecht e Rastatt cambiarono di mano le località di Breisach e Kehl sul Reno e Pinerolo in Piemonte. In quella guerra morirono tra 700 mila e 1,2 milioni di persone (e allora l’Europa, Russia compresa, aveva solo 120 milioni di abitanti circa): rispetto alla popolazione, è come se oggi nel conflitto fossero morti tra 4,2 e 7,2 milioni. Nel secolo precedente altre stragi erano state compiute per ottenere un (transitorio) cambio di mano nel controllo del Monferrato, altra piccola area piemontese. Oggi invece mi dico che solo dieci anni fa nessuno al mondo poteva immaginare che l’Europa avrebbe rischiato l’olocausto nucleare per il Donbass, un’area che all’epoca pochissimi di noi avrebbero saputo indicare sulla carta geografica. E che sia questo l’esito che stiamo rischiando del conflitto in Ucraina lo si vede dalla continua escalation che non accenna a rallentare, anzi accelera. Ecco qui una lista di sistemi di armi, veicoli, munizioni, droni, missili etc. che propongo non per pignoleria, ma per rendere chiaro al lettore l’effetto di accumulo di ogni singola voce dopo singola voce di industria bellica. Da notare che questa lista è incompleta e, su parecchie voci, reticente. Ma già il quadro parziale che fornisce è terrificante.

La lista è fornita dal Dipartimento di Stato Usa (ufficio degli affari politici militari) e aggiornata al 3 febbraio:

“L’assistenza alla sicurezza degli Stati Uniti impegnata in Ucraina comprende:

– Oltre 1.600 sistemi antiaerei Stinger;

– Oltre 8.500 sistemi anti-corazza Javelin;

– Oltre 50.000 altri sistemi e munizioni anti-corazza;

– Oltre 700 sistemi aerei tattici senza pilota Switchblade;

– 160 obici da 155 mm e fino a 1.094.000 proiettili d’artiglieria da 155 mm;

– Oltre 5.800 proiettili di artiglieria da 155 mm a guida di precisione;

– 10.200 proiettili da 155 mm di sistemi antimine a distanza (RAAM);

– 100.000 proiettili per carri armati da 125 mm;

– 45.000 proiettili di artiglieria da 152 mm;

– 20.000 proiettili di artiglie…

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

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La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.

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Se le condizioni del lavoro sono complessivamente peggiorate per tutti negli ultimi decenni in Italia, il lavoro delle donne è stato nettamente il più penalizzato. Costrette dalla maternità (effettiva o potenziale) a scelte sacrificate e di povertà, molte percepiscono un reddito inferiore rispetto a quello maschile, sono precarie, e spesso invisibili.