Perché ancora Trump?

In base a quali meccanismi l'elettorato esprime preferenze politiche per figuri autoritari e disfunzionali come, per esempio, Donald Trump? Due meccanismi che hanno un peso importante sono il gaslighting e dell’effetto Dunning-Kruger, i quali ugualmente concorrono nel portare gli elettori a compiere scelte dannose per la propria società e sé stessi.

In un precedente articolo mi sono interrogato sulle ragioni per le quali Donald Trump rimane sulla breccia e pare poter ancora aspirare alla Presidenza del suo Paese. In termini più ampi, mi sono interrogato sulle ragioni dell’ascesa delle democrature, che sono forme di democrazia illiberale, spesso imperniate su figure di demagoghi estremisti. Non ho considerato le tante ragioni che discendono dall’evoluzione del capitalismo globalizzato.[i] Mi sono invece concentrato sulle ragioni per cui la maggioranza delle persone favorisca talvolta la democratura,[ii]e vitando di informarsi politicamente e di elaborare tali informazioni in modo adeguato.[iii] Adesso compio un passo ulteriore: accanto alle ragioni dell’ignoranza e dell’irrazionalità, esamino un meccanismo di manipolazione autoritaria ed uno basato su un pregiudizio cognitivo. È un’indagine che aiuta ad affrontare domande come le seguenti: perché gli americani sono così vulnerabili alle tattiche politiche divisive? Perché i gruppi religiosi fondamentalisti, Fox News e i media di destra svolgono un ruolo così influente nel panorama politico americano? Perché teorie scientifiche razionali, come quella darwiniana, sono sotto attacco? Nonché la questione cruciale: perché qualcuno come Donald Trump è stato eletto Presidente, e potrebbe essere rieletto?

Come osserva Terence Ball, «una delle armi standard nell’arsenale degli oppositori della democrazia è la tesi secondo cui, tra tutte le forme di governo, la democrazia è la più aperta alla manipolazione, alla disinformazione, agli appelli al pregiudizio e alle macchinazioni dei demagoghi».[iv] Se dunque vogliamo misurarci con le difficoltà della democrazia, è importante affrontare questa obiezione, approfondendo i temi della manipolazione strategica e dei pregiudizi dell’elettorato.[v] Riguardo il primo tema, la teoria del gaslighting offre una spiegazione psicologica di ciò che accade quando un manipolatore esperto mente fino al punto in cui le persone finiscono per mettere in dubbio il loro senso della realtà, ossia il significato complessivo della loro esperienza nel mondo socia…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore, Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze, le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.