Dopo il 7 ottobre: ancora dalla parte del popolo palestinese, ma ripensare il come

popolo palestinese

La lotta del popolo palestinese va sostenuta e vanno respinte al mittente le accuse strumentali e propagandistiche di “antisemitismo”: non c’è nulla di razzista nel difendere i diritti di un popolo, a partire da quello di vivere in pace sulla propria terra. Ma non basta, non può bastare, né a me, né a chiunque si definisca socialista o di sinistra. Serve una riflessione più profonda che faccia i conti con l’orrore dell’iniziativa di Hamas e con la necessità di ripensare una prospettiva di convivenza democratica fra i due popoli. Una ricostruzione storico-politica da parte di chi, come l’autore di questo articolo, è impegnato da tutta la vita per la causa palestinese.

Israele, Hamas e la voce di Hezbollah

Al ventottesimo giorno dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, il leader del partito di Hezbollah Hassan Nasrallah ha aperto con un suo discorso “a ogni possibile scenario” sul fronte libanese. Ma le sue parole, nonostante la minacciosità, sono state oculatamente scelte per evitare di scatenare una escalation o una guerra su larga scala.

L’irrequietezza dell’artista: gli 80 anni di Joni Mitchell

joni mitchell

Sulle scene da oltre mezzo secolo, è una delle voci simbolo della storia della musica contemporanea. Mai contenta di sé stessa, inquieta, vivace, ha sperimentato in ogni genere imprimendo sempre un segno di autentica individualità; una delle migliori che con tutti i migliori ha collaborato. I suoi ottant’anni sono una festa per chiunque ami la musica.

Trump Democrats

Mentre negli Stati Uniti si avvicinano le elezioni presidenziali del 2024, si apprezza sempre di meno la differenza politica fra le due candidature al momento più probabili, quelle di Donald Trump e Joe Biden. Entrambi sono legati a politiche di potenza e d’imperio dal punto di vista economico che hanno reso l’amministrazione Biden un sostanziale proseguimento di quella Trump sul terreno della politica estera, dell’economia da deglobalizzare, delle politiche sull’ambiente e persino per quanto riguarda le politiche xenofobe e anti-immigrazione. Fra le tante ragioni che si possono individuare per questo, ce n’è una ineludibile: la composizione ultra-classista della politica americana, il cui Senato in particolare è un’istituzione a ferrea difesa dell’interesse delle élite miliardarie.

Extraprofitti e speculazione stanno strozzando i lavoratori: serve una nuova scala mobile

Da circa un anno e mezzo l’inflazione è aumentata paurosamente e cresce tuttora. A causarla, come ha recentemente certificato perfino il Fondo Monetario Internazionale, soprattutto l’eccesso, anzi la sovrabbondanza, di profitti da parte dei colossi multinazionali dell’industria, del trading e della finanza. I prezzi sono saliti tanto e in poco tempo, i profitti anche; i salari e gli stipendi, invece, non hanno tenuto il passo con il carovita, con i lavoratori di tutti i livelli che stanno perdendo una quota importante del loro potere d’acquisto. L’indicizzazione degli stipendi ai prezzi è una semplice questione di giustizia sociale. L’inflazione fa crescere le diseguaglianze e diffonde povertà.

Riforma costituzionale: il consenso e la forza

Il progetto di riforma costituzionale del Governo è un mix di tentazioni di “potere forte” e di dilettantismo istituzionale, laddove in realtà buoni progetti di riforma delle istituzioni democratiche sarebbero possibili e persino necessari, con l’intento però di dare gambe solide al contrappeso dei poteri, non certo di privarsene come vorrebbe fare questa maggioranza.