La Polonia in cerca della sua democrazia. Intervista ad Adam Michnik.

Negli ultimi anni, un Paese democratico dopo l'altro è stato tentato - a volte fatalmente - dal fascino dei populisti autoritari che promettevano di difendere la sicurezza economica degli elettori e i valori "tradizionali". Dalle elezioni politiche di ottobre, la Polonia si è mossa nella direzione opposta, anche se ripristinare lo Stato di diritto e rinvigorire la democrazia liberale dopo otto anni di malgoverno di destra non sarà un processo semplice. Adam Michnik, fondatore e direttore del quotidiano "Gazeta Wyborcza", ne parla in questa intervista.

Con l’arrivo del 2024, la Polonia ha un nuovo governo di coalizione, ma l’estromesso partito Diritto e Giustizia (PiS) non sembra aver fatto i conti con la propria sconfitta. Perché?
È molto difficile ammettere la sconfitta quando si è convinti di poter rimanere al potere fino alla fine del mondo. L’arroganza, la megalomania e la mancanza di immaginazione della leadership del PiS sono di nuovo sotto gli occhi di tutti. Il PiS ha ottenuto un ottimo risultato elettorale: oltre il 35% dei voti. Dopo quello che hanno fatto quando erano al potere, non avrebbero dovuto ricevere nemmeno un quinto di quei voti. Ma il risultato delle elezioni è comunque trasparente: hanno ricevuto un cartellino rosso. Non sono stati in grado di formare un governo.
Ma questo è solo l’inizio della corsa, perché il PiS cercherà di agitare le acque il più possibile nel tentativo di rovesciare il nuovo governo. Ora tutto dipende dalla misura in cui il nuovo governo riuscirà a cambiare la Polonia e ad attirare parte dell’elettorato del PiS. Si può dire che il peggio è alle spalle, ma il difficile comincia adesso.

Quanto è diverso il cambiamento politico in corso oggi rispetto all’uscita dal comunismo nel 1989?Radicalmente diverso. Allora il regime stava crollando; era un momento storico e costitutivo. La dittatura era guidata da persone che sapevano che il progetto del socialismo o del comunismo aveva perso. Si chiedevano come trovare un posto per loro stessi nella nuova realtà ed erano pronti a rispettare le regole del gioco. 
Il Presidente [Wojciech] Jaruzelski all’epoca era pienamente fedele al governo non comunista di [Tadeusz] Mazowiecki. Al contrario, [l’attuale Presidente Andrzej] Duda, o meglio, [il leader del PiS Jarosław] Kaczyński, è completamente sleale nei confronti del nuovo governo, anche se ha un mandato politico. Nel 1989 volevano un accordo, oggi no. Nel 1989, coloro che servivano il vecchio regime volevano partecipare alla nuova realtà; oggi i loro omologhi la contestano. Vogliono che tutto rimanga come prima.

Cosa significa concretamente R…

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

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Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.