Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

La guerra contro lo Stato condotta dal liberismo della “sussidiarietà”

Pubblichiamo un estratto del libro di Francesco Pallante “Spezzare l’Italia”, Giulio Einaudi Editore, 2024. In questo volume, il costituzionalista argomenta in profondità le ragioni di una battaglia per fermare il disegno eversivo dell’autonomia differenziata, il quale, come spiega nel capitolo di seguito, trae origine anche dalla visione, intrisa di liberismo e populismo al tempo stesso, tale per cui lo Stato sia automaticamente un “male necessario” e le istituzioni “più vicine ai cittadini” consentano un beneficio. Una visione che nega alla radice la politica, vale a dire l’opera di mediazione e sintesi che è in grado di tenere insieme la società.

Riforma del Premierato: il sogno proibito del Capo assoluto

L’elezione diretta del Presidente del Consiglio, proposta dalla cosiddetta riforma del Premierato, non avrebbe lo scopo di rafforzare il vertice dell’Esecutivo, ma di garantirgli una legittimazione popolare e di farne il decisore politico nazionale. Insomma, si tratterebbe della costituzionalizzazione dell’investitura del Capo. Ma una democrazia non ha bisogno di questo, bensì di un rafforzamento del Parlamento e di una cittadinanza attiva e consapevole che dia vita al dibattito democratico.

L’imprenditoria dissidente: Confindustria Napoli contro l’autonomia differenziata

Ci sono segmenti di potere imprenditoriale, come è il caso di Confindustria e in particolare di alcuni rami di Confindustria al sud Italia, che stanno esprimendo senza remore la loro contrarietà al disegno di legge sull’autonomia differenziata. In questo documento di Confindustria Napoli, audita alla Commissione Affari Costituzionali della Camera il 26 marzo 2024, si mette in luce in particolare come sia interesse del Paese ridurre, piuttosto che incrementare, i divari socio-territoriali, e determinare le condizioni per la creazione di maggiore ricchezza nelle aree distanti dalla media nazionale riguardo a indicatori come reddito e PIL pro capite. L’Autonomia differenziata procede, in questo senso, nella direzione sbagliata.

WWF: gli articoli 9 e 41 della Costituzione sono dei limiti sistemici per l’Autonomia differenziata

La legge sull’Autonomia Differenziata, che vuole trasferire diverse competenze alle Regioni, è fortemente circoscritta dall’Articolo 9 della Costituzione italiana, secondo cui “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Così come dall’articolo 41, che prevede che l’iniziativa economica rispetti non solo fini sociali ma anche ambientali. La tutela ambientale nel suo complesso esige trattamento uguale – e non differenziato – delle materie di legislazione esclusiva e concorrente, considerando anche il fatto che l’essere umano stesso è parte di un ecosistema più complesso.

La libertà accademica negata dal fanatismo filo-israeliano tedesco. Intervista a Nancy Fraser

A Nancy Fraser è stato impedito di tenere un ciclo di conferenze all’Università di Colonia. Sebbene il tema designato fosse il lavoro nella società capitalista, alla filosofa è stato proibito di parlare per aver firmato la dichiarazione “Philosophy for Palestine”. Una violazione della libertà accademica frutto di quello che Susan Neiman ha definito il “maccartismo filosemita” della Germania, Paese in cui ormai ogni voce critica nei confronti di Israele viene messa sistematicamente a tacere.

Nuova questione morale: la sinistra e il fantasma di Berlinguer

A sinistra si continua a citare Berlinguer e a sbandierare il tema della questione morale. Ma i recenti fatti che hanno travolto la giunta regionale di Michele Emiliano ci ricordano che nel sistema Italia il marcio è diffuso ovunque, a partire dalle realtà locali. Non si può risanare tutto il sistema politico nel suo complesso ma a sinistra ci si può impegnare partendo da casa propria, cercando di costruire un nuovo autentico soggetto progressista anziché puntare ai “campi larghi”.

La strage di Columbine, 25 anni dopo: come il diritto alimenta la cultura armata negli Stati Uniti

Dal 20 aprile 1999 quando ci fu la strage di Columbine a oggi, abbiamo assistito a un pauroso crescendo di violenza omicida fra gli adolescenti negli USA; alimentata da un diritto che non solo si rivela incapace di porre seri ostacoli all’uso delle armi – anche da guerra – da parte di giovani esaltati, problematici, sofferenti o semplicemente imbevuti di gun culture, ma che al contrario avalla con forza l’idea che le armi significhino libertà, possibilità di difendersi e, in fondo, essere dei veri americani.