MicroMega+, la presentazione del numero del 10 settembre 2021

Con contributi di: Ettore Mo, Ingrid Colanicchia, Nicolò Bellanca, Siri Hustvedt, Federico Bonadonna, Valerio Nicolosi.

Redazione

Estate 1979. Ettore Mo, reporter di guerra del “Corriere della Sera”, è il primo giornalista occidentale a entrare in Afghanistan. Nel primo articolo da Peshawar, uscito sul quotidiano il 15 luglio 1979 e che riproponiamo in questo numero di MicroMega+ (“Afghanistan: mitra e preghiera”), Mo intervista l’ayatollah Gulbuddin Hekmatyar, capo del più consistente gruppo islamico che allora combatteva il regime di Kabul e che oggi è tornato a svolgere un ruolo di primo piano in Afghanistan.

Sono passati cinquant’anni dalla ribellione nel carcere di Attica e dalla sua repressione nel sangue. Da allora – scrive Ingrid Colanicchia (“Attica! Attica! Attica!) – la situazione dei penitenziari statunitensi non ha fatto che peggiorare, complici sia i repubblicani che i democratici.

Nell’articolo “Il mondo in modelli: come gli economisti indagano la societàNicolò Bellanca spiega come l’odierna economics sia sempre più concepita e praticata come una disciplina “priva di un centro”, capace di allargarsi, inseguendo i problemi più vari, in tante differenti direzioni. Al suo meglio, il mestiere dell’economista oggi consiste nel “giocare”, entro un framework teorico, con una molteplicità di modelli.

Le critiche a chi invoca una letteratura più inclusiva e rappresentativa – argomenta Siri Hustvedt (Rimescolare il canone) – non tengono conto che la pretesa fissità di canoni letterari da conservare e venerare è in realtà sociologicamente determinata e condizionata da strutture di potere.

Arrestato il 12 settembre del 1974, Hailé Selassié è stato l’ultimo imperatore d’Etiopia. Federico Bonadonna ne racconta potere e caduta nel primo di una serie di articoli dedicati al paese africano, oggi teatro di una sanguinosa guerra civile: 12 settembre 1974: la caduta di Hailé Selassié.

Nella quinta e ultima puntata del podcast di Valerio Nicolosi sugli algoritmi e l’intelligenza artificiale, un’analisi dei rischi dell’automatizzazione della guerra con Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Archivio Disarmo (“Algoritmi: le armi letali autonome”).

Buona lettura e buon ascolto!

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.