MicroMega+ del 29 marzo 2024

Con contributi di: Martin Gak, Martino Mazzonis, Erika Sità, Claudia Fanti, Marco Trainiti, Matthias Martelli.

Redazione

Questa settimana parliamo di:

Israele e l’ebraismo usurpato; Biden nel vicolo cieco di Gaza; fine vita, passi avanti in Emilia-Romagna; Lula e la rimozione del golpe militare; il mito delle radici cristiane dell’Europa; 30 anni dalla morte di Ionesco.

GAZA L’ebraismo usurpato da Israele di Martin Gak

Lo Stato di Israele, impegnato nella sua guerra punitiva contro i civili della Striscia di Gaza, ha finora ucciso più di 11.000 bambini. Un’operazione che non ha nulla a che fare con lo sradicamento di Hamas, che anzi ne esce rafforzata in seguito all’odio generato nei palestinesi dal governo di Netanyahu. Per compiere questo iniquo massacro, lo Stato di Israele pretende per giunta l’appoggio di tutti gli ebrei del mondo, che però glielo negano in quote sempre maggiori. Popolo della diaspora per eccellenza, quello ebraico ha potuto sopravvivere in Stati che rispettavano i diritti delle minoranze e quindi non può riconoscersi nella macchina di sterminio messa in atto dall’attuale Stato israeliano.

Joe Biden nel vicolo cieco di Gaza di Martino Mazzonis

La guerra di Netanyahu a Gaza rappresenta una delle principali sfide di Biden, assieme elettorale e diplomatica. Se il presidente Usa non riesce a venirne a capo con una soluzione che rispetti i diritti dei palestinesi rischia di perdere il sostegno da un lato di una grossa fetta di elettorato dem, a partire da giovani e minoranze, e dall’altro degli alleati arabi in Medio Oriente.

DIRITTI Suicidio assistito: l’Emilia-Romagna e il diritto di scrivere il proprio finale di Erika Sità

Le novità introdotte dalla giunta di Bonaccini sono un primo passo importante per applicare la storica sentenza della Consulta sul fine vita. Destra e associazioni cattoliche, però, hanno già presentato un ricorso al Tar.

LA STORIA E IL PRESENTEIl Brasile di Lula a sessant’anni dal golpe militare di Claudia Fanti

Nel sessantesimo anniversario del golpe militare in Brasile che inaugurò una lunga dittatura, hanno suscitato indignazione e polemiche le parole dell’attuale Presidente Lula che ha dichiarato di non voler “rivangare il passato”. Una posizione respinta con sdegno dai parenti delle vittime della dittatura: “ripudiare con veemenza il golpe del 1964 è un modo per riaffermare l’impegno a punire i colpi di Stato anche del presente e scongiurare eventuali tentativi futuri”.

RELIGIONI E CULTURE Radici cristiane dell’Europa, un mito politico-religioso per tutte le stagioni di Marco Trainito

Il denso saggio storico-culturale di Sante Lesti “Il mito delle radici cristiane dell’Europa dalla Rivoluzione francese ai giorni nostri” smaschera il dispositivo ideologico-identitario che da circa due secoli sta alla base della tesi apparentemente plausibile delle radici cristiane dell’Europa. Un mito che serve al Vaticano per ribadire la sua influenza sul Vecchio continente e che ognuno dei pontefici dell’ultimo secolo ha declinato in accordo ai propri scopi e alla propria visione.

L’ANNIVERSARIO Eugène Ionesco e la nostra buffa esistenza di Matthias Martelli

Il 28 marzo 1994 moriva il grande drammaturgo rumeno Eugène Ionesco. Ricordarne la figura e il teatro significa riscoprire il fascino per la sua oscurità buffa, che ci mette di fronte alle nostre esistenze, strabilianti e atroci al tempo stesso, ridicole e tragiche, in cui non c’è la luce di un Dio infinito ad illuminare la via, non c’è speranza o fede ma solo la ricerca del senso in questo costante non senso.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.

Il lavoro invisibile delle donne

Se le condizioni del lavoro sono complessivamente peggiorate per tutti negli ultimi decenni in Italia, il lavoro delle donne è stato nettamente il più penalizzato. Costrette dalla maternità (effettiva o potenziale) a scelte sacrificate e di povertà, molte percepiscono un reddito inferiore rispetto a quello maschile, sono precarie, e spesso invisibili.