MicroMega+, il numero dell’8 dicembre 2023

Con i contributi di: Linda Kinstler, Valeria Rando, Daniella Ambrosino, Pierfranco Pellizzetti, Chiara Piaggio, Silvano Fuso.

Redazione

Su MicroMega+ di questa settimana parliamo di:

la memoria dell’Olocausto usata come arma in Israele; lo sfollamento forzato in Libano e le donne invisibili; come il fascismo trattava le donne; la lingua delle élite che rubrica a “populismo” ogni istanza popolare; i 60 anni dell’indipendenza del Kenya; olismo e riduzionismo, due approcci a confronto.

GUERRA IN MEDIO ORIENTE – Israele, la memoria dell’Olocausto usata come arma di Linda Kinstler, Omer Bartov, Jelena Subotić, Raz Segal
La memoria dell’Olocausto, una delle più grandi tragedie dell’umanità, viene spesso strumentalizzata da Israele (e non solo) per garantirsi una sorta di immunità, anche in presenza di violenze atroci come quelle commesse a Gaza nelle ultime settimane. In questo dialogo studiosi dell’Olocausto discutono di come la sua memoria venga impiegata per fini distorti, funzionali alle politiche degli Stati, innanzitutto di quello ebraico. Quattro studiosi ne discutono in un intenso dialogo.

Libano, lo sfollamento forzato e le donne invisibili di Valeria Rando
La disuguaglianza di genere ha un forte impatto sull’esperienza dello sfollamento di massa seguito alla guerra nel Libano meridionale. Tuttavia, la carenza di dati differenziati rischia di minare l’adeguatezza degli aiuti forniti e di rendere ancora più invisibile la condizione delle donne, che in condizioni di fuga dalla guerra sono invece notoriamente le più colpite dalla violenza e dalla fatica del ritrovarsi senza casa e con bambini o anziani a cui prestare cure.

IL LIBRO – Come il fascismo governava le donne di Daniella Ambrosino
L’approccio del fascismo alle donne era bivalente: da un lato mirava a riportare la donna alla sua missione “naturale” di madre e di perno della famiglia, a una visione del tutto patriarcale; ma dall’altro era inteso a “nazionalizzare” le donne, a farne una forza moderna, consapevole della propria missione nell’ambito dello Stato etico; e perciò a dar loro un ruolo e una dimensione pubblica, sempre a rischio di entrare in conflitto con la dimensione domestica tradizionale. Il regime mise molto impegno nel disinnescare in tutti i modi questo potenziale conflitto, colpendo soprattutto il lavoro femminile. Ne parla un libro importante di Victoria de Grazia.

LINGUA E POTERE – Il populismo, le élite e la mistificazione linguistica di Pierfranco Pellizzetti
L’egemonia delle élite si costruisce attraverso il capitalismo sul piano economico, ma si sostiene attraverso la comunicazione sul piano del pensiero. Il linguaggio è sempre stata una leva centrale, negli Stati Uniti in particolare dove la borghesia si è installata in chiave direttamente demofobica, per addomesticare le masse a servire gli interessi delle minoranze ultraricche. La demonizzazione di ogni istanza popolare, derubricata a “populismo”, fa pienamente parte di questa strategia.

L’ANNIVERSARIO – Kenya, 60 anni fa l’indipendenza dall’Impero britannico di Chiara Piaggio
Nella mezzanotte tra l’11 e il 12 dicembre 1963 il Kenya diventava uno Stato sovrano. Giungeva al termine così il periodo di dominazione coloniale britannica, una storia fatta di violenze, omicidi, torture, espropriazioni in cui i più basilari diritti umani vennero sistematicamente calpestati.  Una storia che sarebbe potuta passare sotto silenzio ma che è stata portata alla luce dal lavoro di coraggiosi studiosi. 

SCIENZA E FILOSOFIA – Olismo e riduzionismo, due visioni del mondo a confronto di Silvano Fuso
Basta fare una rapida ricerca su Google per accorgersi del fascino che oggi in Italia esercita l’idea di un approccio olistico alle varie branche del sapere con le loro relative applicazioni. Molti meno consensi ottiene invece un approccio riduzionista, considerato freddo e distaccato. Ma, se guardiamo alla storia della scienza e ai risultati da essa raggiunti, in realtà il riduzionismo si rivela essere uno strumento di conoscenza molto più efficace.

È tutto per questa settimana. Buona lettura!

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.