MicroMega+ la presentazione del numero del 27 maggio 2022

Con contributi di Sofia Belardinelli, Vittorio Agnoletto, Velania Mesay, Giada Messetti, Luigi Corvaglia, Cinzia Sciuto.

Redazione

Accanto alla crisi umanitaria e al tracollo economico, l’Ucraina si trova a fare i conti con le prime avvisaglie di una gravissima crisi ambientale. Come spiega Sofia Belardinelli in apertura di questo numero di MicroMega+ (“La lunga ombra della catastrofe ambientale in Ucraina”), la guerra in corso sta lasciando dietro di sé una scia di devastazione dell’ambiente fatta di inquinamento, distruzione delle risorse primarie e perdita massiccia di biodiversità.

Il diritto alla cura e la battaglia per la moratoria dei brevetti sui vaccini. L’asservimento di media e politica agli interessi di Big Pharma. Il ritorno dei movimenti sulla scena politica. Per la serie “La politica che (non) c’è”, Daniele Nalbone intervista Vittorio Agnoletto, medico e docente di Globalizzazione e Politiche della Salute all’Università di Milano: “Agnoletto: ‘Un altro mondo è possibile, ma solo costruendo ponti’.

Cipro: porta d’Europa” è il titolo del reportage di Velania Mesay dall’isola diventata negli ultimi anni una porta attraverso la quale migliaia di migranti cercano quotidianamente di entrare in Europa. Una nuova rotta migratoria nel Mediterraneo orientale che sta portando al collasso il sistema cipriota di asilo.

Il ruolo della Cina nella guerra in Ucraina. Il rapporto privilegiato con la Russia. L’attivismo diplomatico. La questione di Taiwan. I problemi interni a Shanghai. Valerio Nicolosi intervista a Giada Messetti, giornalista e sinologa: “Gli equilibrismi geopolitici del Dragone”.

Dal panopticon di Bentham al distopico progetto disneyano di città ideale, dall’esperimento carcerario di Stanford all’“anarchia del potere” nel film “Salò” di Pasolini. Se obbedienza e sottomissione non necessitano di una coercizione visibile o di violenza, com’è possibile tracciare il limite dell’abuso di potere? A questo interrogativo è dedicata la riflessione di Luigi CorvagliaSalò o le 120 giornate di Topolinia”.

La libertà di coscienza e di opinione è un pilastro delle società democratiche. Ma – come argomenta Cinzia Sciuto (“L’equivoco della libertà di opinione”) – questo non significa che lo Stato debba essere indifferente rispetto alle credenze e alle visioni del mondo dei propri cittadini.

Buona lettura!

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.

Lavoro digitale e sindacalismo: unire le forze quando si lavora da soli

La disgregazione dei rapporti sociali un tempo intessuti sul luogo di lavoro dovuta alla digitalizzazione e all’avvento di Internet ha avuto una ricaduta anche in termini di diritti e tutele. Lavorando da casa o comunque da remoto, spesso da soli, non è certo facile sentirsi parte di una categoria che condivide interessi e rivendicazioni. Ma, per quanto ci si possa sentire atomi isolati e dispersi, spesso abbandonati da uno Stato che non riesce a stare al passo con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro attuale, si ha comunque modo di associarsi e farsi valere. A spiegare come sono Giulia Guida e Lia Bruna della CGIL e Mattia Cavani e Giovanni Campanella di Acta, l’associazione dei freelance.

Il lavoro invisibile delle donne

Se le condizioni del lavoro sono complessivamente peggiorate per tutti negli ultimi decenni in Italia, il lavoro delle donne è stato nettamente il più penalizzato. Costrette dalla maternità (effettiva o potenziale) a scelte sacrificate e di povertà, molte percepiscono un reddito inferiore rispetto a quello maschile, sono precarie, e spesso invisibili.