MicroMega+, il numero del 19 maggio 2023

Contribuiscono a MicroMega+ questa settimana: Cristiano Denanni, Elena Colonna, Francesca Lazzarin, Marco d'Eramo, Ester Kováts, Alessandro Carrera.

Redazione

MicroMega+ copertina del 19 maggio 2023

Su MicroMega+, questa settimana
in Palestina e nei campi profughi come quello di Shatila, la vita è segnata dalla necessità di resistere: l’arte e la cultura aiutano a non perdere speranza; la musica antimilitarista in Russia è viva e lotta contro la guerra insieme a noi; il “complesso militar-industriale” che nasconde i soliti mercanti di morte; delegittimare il dissenso a sinistra non aiuta la giustizia sociale; Alessandro Manzoni e l’indignazione che fa la Storia.

Palestina – Shatila, luci dall’inferno

di Cristiano Denanni

Il campo profughi di Shatila è sorto nel 1949, all’indomani della Nakba. Ci hanno vissuto intere generazioni di palestinesi: una prigione per vittime innocenti, infernale ma, come sempre con le cose umane, non priva della sua bellezza e persino della sua felicità. Un viaggio sentimentale dentro il campo attraverso i suoi abitanti e le loro storie.

Palestina – La resistenza non violenta

di Elena Colonna

Lontano dai gruppi armati che combattono l’occupazione israeliana a colpi di fucile, c’è una società civile palestinese che porta avanti una resistenza non violenta. Sono voci che fanno meno rumore rispetto a Hamas, alla Jihad Islamica, o alla più recente Fossa dei Leoni. Ma le loro iniziative, anche le più piccole, sono gesti politici che migliorano l’esistenza di molte persone in un posto in cui, come dicono molti palestinesi, esistere è resistere: anche solo portare avanti un’esistenza normale nella propria terra vuol dire resistere all’occupazione.

Guerra e pace – Un anno di musica russa antimilitarista

di Francesca Lazzarin

A dispetto di un presunto unanimismo bellicista che il Cremlino vorrebbe rappresentare – ma anche tanta russofobia nostrana sembra alimentare a scopi ideologici – il panorama musicale di artisti russi contro la guerra è ricco di voci dissonanti, antimilitariste, che spaziando fra generi e generazioni si manifestano contrarie a questa guerra, così come a tante guerre precedenti condotte da Vladimir Putin.

Guerra e pace – Mercanti di morte?

di Marco d’Eramo

Oggi si nascondono dietro l’anonimato di termini ombrello come “complesso militar-industriale” e dietro la finanziarizzazione dell’economia, ma sono sempre loro: i mercanti di morte, quelli che da secoli lucrano sulla guerra e sulle armi per farla, i foraggiatori del business dell’uccidere e del distruggere (per poi ricostruire), con un indotto di 50 milioni di persone nel mondo impiegate nell’industria militare in qualche forma.

Dibattito – Delegittimare il dissenso a sinistra non favorisce la giustizia sociale

di Ester Kováts

Nell’attivismo per la giustizia sociale in Occidente si è fatta strada una strategia censoria, più o meno intenzionale, che consiste nel collegare ogni forma di dissenso alla “vicinanza con l’estrema destra”. Ne sono vittime innanzitutto le femministe quando provano a criticare certi tratti misogini dell’attivismo LGBT, o l’approccio normalizzatore verso l’industria del sesso e altri temi. Questo modo di fare segue due logiche delegittimanti: ogni contro-argomento proverrebbe da un luogo moralmente sbagliato, e ogni presunta critica sociale sarebbe in realtà una teoria della cospirazione. Un modo efficace, scrive la studiosa Ester Kováts, per tappare la bocca a chi la pensa diversamente e negare ogni possibilità di dibattito.

Il personaggio – Senza l’indignazione non si fa la storia: Manzoni e la Colonna Infame

di Alessandro Carrera

A 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, torniamo sui parallelismi tra la psicologia della folla della sua “Storia della Colonna Infame” e quella emersa durante l’ultima pandemia. L’indignazione suscitata dalle ingiustizie scaturite dall’ignoranza e dalla necessità di dare in pasto alla folla un “untore” può essere uno dei motori della storia per perseguire una maggiore giustizia.

Buona lettura da MicroMega.

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.