L’ultima colonia dell’Africa: il Sahara Occidentale è ancora occupato dal Marocco

Il Sahara Occidentale viene spesso definito “l’ultima colonia africana”. Un territorio occupato dal Marocco che reprime sistematicamente il popolo saharawi, la cui causa è misconosciuta in seguito alla disinformazione e al silenziamento sistematico. Proprio per far luce sulla condizione dei saharawi i due attivisti Sanna Ghotbi e Benjamin Ladraa sono impegnati da oltre due anni nella campagna Bike4WesternSahara, viaggiando sulle loro bici con l’obiettivo di attraversare 40 Paesi sensibilizzandone società civile e istituzioni.

Il mondo al voto: 2024, un crocevia per la lotta al cambiamento climatico

Il 2024 è un anno cruciale per la politica mondiale: in diversi Paesi si è votato e in altri si voterà. Paesi in molti casi dotati di grandi popolazioni, con il conseguente impatto a livello di emissioni inquinanti. Ciononostante, nei corti orizzonti delle promesse elettorali è assente il tema della sfida epocale del nostro tempo, quella della lotta al cambiamento climatico.

A Hebron è in vigore l’oppressione permanente dei palestinesi

Dalle punizioni collettive alle tecniche di sorveglianza e riconoscimento facciale,  passando per le “sterilizzazioni” delle strade dalla presenza palestinese come le chiamano i soldati, ogni “misura temporanea di sicurezza” che istituzioni e coloni israeliani testano su Hebron diventa poi uno strumento d’oppressione permanente imposto sull’intera Cisgiordania. Per usare le parole di Issa Amro, leader della resistenza non violenta nella regione, Hebron è il “laboratorio dell’occupazione”.

“Israelism”, la rivolta dei giovani ebrei negli USA contro l’indottrinamento sionista

Il film di Sam Eilertsen ed Erin Axelman “Israelism”, proiettato recentemente in Italia, racconta il processo di presa di coscienza di una intera generazione di ebrei americani cresciuti fin da bambini in un ambiente di ferreo indottrinamento al culto di Israele e alla propaganda sionista. Finché molti di loro, confrontandosi con la realtà dei palestinesi attraverso viaggi sul posto o nei campus universitari, non capiscono di essere stati spinti ad annullare la loro ebraicità nella fede cieca in un progetto etnonazionalista.

Basta con le Identity politics: non conta se sei oppresso ma se combatti l’oppressione

Nella sinistra postmoderna il discorso sull’oppressione tende a ridursi al punto di vista della vittima. Gli oppressi vengono collocati all’interno di un gruppo indifferenziato la cui unica cifra è l’oppressione stessa. Questo atteggiamento porta ai giudizi ad hominem, poiché non contano tanto le idee ma la posizione in cui si colloca chi le esprime: se non sei un oppresso, non puoi parlare di emancipazione. Se sei un “vecchio uomo bianco”, tenderai sempre e solo a voler mantenere i tuoi privilegi. Le discussioni su chi ha il diritto di parola dovrebbero però lasciare il posto alle discussioni su che cosa ha da dire.

Giovanni Gentile, 80 anni fa l’uccisione del filosofo. Intervista a Marco Mondini

Il 15 aprile 1944 moriva il filosofo Giovanni Gentile, ucciso da un gruppo di partigiani gappisti, dei quali faceva parte anche la sua ex allieva Teresa Mattei. Una decisione presa sulla base del permanente supporto dato dal filosofo al regime fascista prima e alla Repubblica di Salò poi. A riannodare i fili della vicenda è stato per noi lo storico Marco Mondini, dell’Università di Padova.

L’impatto inatteso di “Food for profit”. Intervista all’autrice Giulia Innocenzi

Il documentario Food for profit, che mostra l’atrocità degli allevamenti intensivi e il filo che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico, sta avendo un insperato successo di pubblico e critica grazie a proiezioni mirate e a un’organizzazione capillare. Ne parliamo con l’autrice Giulia Innocenzi, giornalista d’inchiesta, conduttrice televisiva e regista.

Per una storia sociale dell’Intelligenza Artificiale. Intervista a Matteo Pasquinelli

Quando ci si relaziona a una nuova tecnologia, spesso lo si fa come se fosse improvvisamente piovuta dal cielo. Questo atteggiamento di meraviglia, giunga esso da “apocalittici” o da “integrati”, deriva dall’omissione della storia che ha portato alla strutturazione di quella stessa tecnologia. Nel suo libro “The Eye of the Master: A Social History of Artificial Intelligence” Matteo Pasquinelli traccia una storia sociale dell’Intelligenza Artificiale, accompagnando il lettore alla scoperta del fatto che gli algoritmi trovano le loro radici agli albori della civiltà e che l’IA stessa è stata ispirata dalla divisione e automazione del lavoro, innanzitutto quello manuale.

La realtà diminuita di Apple Vision

Ogni qualvolta si parla di mondi simulati, come nel caso dell’esperienza promessa da Apple Vision, entra in vigore una specie di riduzionismo empirista, per il quale basterebbe prendere un cervello e collegarlo ad una macchina capace di somministrare segnali elettrici e illuderlo così dell’esistenza di una realtà digitale surrogata. Senza tener conto né delle strutture cognitive pregresse né dell’ambiente in cui tale soggetto si sviluppa.

Nucleare di quarta generazione: il giorno della marmotta dell’ultima spiaggia

Con il governo Meloni si è tornato a parlare di nucleare civile. La sensazione è che lo si faccia per ragioni ideologiche e interessi economici e non sulla base di considerazioni tecniche. Queste infatti ci dicono che, nonostante le centrali di quarta generazione saranno certamente “più” sicure di quelle precedenti, l’errore umano o l’evento inaspettato sono sempre possibili e, trattandosi di energia nucleare, una prima volta basta e avanza per avere conseguenze disastrose.