MicroMega+, il numero del 26 gennaio 2024

Con i contributi di: Omer Bartov, Micol Meghnagi, Susan Neiman, Hannah Arendt, Salomon Adler-Rudel, Simone Martuscelli e Pierfranco Pellizzetti.

Redazione

Su MicroMega+ di questa settimana parliamo di:

Giorno della Memoria, tra strumentalizzazioni e banalizzazioni; il senso di colpa tedesco che inibisce la critica a Israele; con un carteggio tra Hannah Arendt e Salomon Adler-Rudel ai tempi dell’Olocausto dall’archivio del cartaceo. E ancora: siamo alla fine del macronismo? I 30 anni dall'”improvvisa” discesa in campo di Silvio Berlusconi.

LA MEMORIA OGGI Ombre del passato: la memoria dell’Olocausto oggi di Omer Bartov

L’Olocausto svolge un ruolo centrale nell’identità ebraica e allo stesso tempo la lezione che ne traiamo ha una portata universale. Tuttavia, la memoria dell’Olocausto non è immune da strumentalizzazioni, come vediamo anche di recente nel contesto del conflitto israelo-palestinese.

Shoah, la memoria svuotata di Micol Meghnagi

Mentre in una sorta di mondo alla rovescia le destre post-fasciste, razziste e storicamente antisemite, per meri calcoli geopolitici, si ergono a paladine della lotta contro l’odio antiebraico, la Shoah viene ridotta a uno schema generale di oppressione, la sua memoria assimilata, strumentalizzata e commercializzata.

La Germania e i suoi conti con la storia andati in tilt di Susan Neiman

La Germania è uno dei Paesi che più è riuscito a fare i conti con la propria storia, macchiata dagli orrori nazisti e dall’Olocausto. Ma questa nobile operazione a un certo punto è andata fuori controllo, generando una vera e propria isteria collettiva. Nessuna critica possibile a Israele ed emarginazione di chiunque sia anche solo accusato di essere antisemita, senza fornire alcuna prova a riguardo. Questo perché, ogni volta che guardano alle vicende ebraiche, i tedeschi vi vedono riflesso il proprio inestinguibile senso di colpa. Ma la rilettura della propria storia condotta solo attraverso l’autoflagellazione alla fine si rivela inconcludente e finanche perniciosa.

ARCHIVIO Pensiero e azione ai tempi dell’Olocausto di Hannah Arendt e Salomon Adler-Rudel

In occasione della Giornata della Memoria ripubblichiamo un carteggio fra Hannah Arendt e Salomon Adler-Rudel uscito per la prima volta su MicroMega 1/2000. Un scambio epistolare tra due profughi ebrei d’eccezione, sullo sfondo dell’Europa devastata dagli orrori nazisti.

ATTUALITÀ La virata a destra di Macron segna la fine del macronismo? di Simone Martuscelli

L’elezione di Macron nel 2017 aveva rappresentato l’apice di un pensiero, diffuso, secondo cui i nuovi nazionalismi andavano combattuti superando la dicotomia destra-sinistra. Ma gli ultimi sviluppi politici francesi, e lo sfondamento ideologico dell’estrema destra, dimostrano che questa ipotesi è definitivamente tramontata.

L’ANNIVERSARIO Berlusconi, 30 anni fa la favoletta dell'”improvvisa” discesa in campo di Pierfranco Pellizzetti

Il 26 gennaio 2024 dovrebbe ricorrere il trentennale del celebre discorso della discesa in campo di Silvio Berlusconi. Un condizionale che vuole sottolineare come quella sia una data farlocca, uno spartiacque cronologico buono per la vulgata, poiché l’entrata del Cavaliere nell’agone della politica è stata preparata molto prima. Soprattutto negli Stati Uniti, con la svolta reaganiana e i metodi comunicativi dei think thanks di estrema destra.

Un giovane scrittore fra la Columbia University e Parigi

La testimonianza di uno dei protagonisti della letteratura mondiale che ha vissuto il movimento come studente alla Columbia University. Dopo un breve periodo a Parigi prima del Maggio francese, decisivo nella sua formazione di giovane scrittore,
Paul Auster partecipa all’occupazione dell’università americana, vivendo in prima persona la protesta studentesca. Dall’assassinio
di Martin Luther King agli echi della Primavera di Praga, passando per i tumulti di Chicago, si interroga sulle speranze,
le lotte e gli errori della sinistra americana. Testo originariamente pubblicato sul volume MicroMega 1-2/2018 “Sessantotto!”, che qui condividiamo in omaggio al grande scrittore scomparso il 30 aprile 2024.

Liberazione del lavoro o dal lavoro?

Il lavoro, nella società capitalista, serve solo secondariamente, anzi accidentalmente, a soddisfare veri bisogni umani. La sua ragion d’essere è la realizzazione del solo e unico scopo della produzione capitalista: trasformare cento euro in centodieci euro e così via. Bisognerebbe quindi abolire molte delle attività che si svolgono oggi, e reinventare le altre. Il che si tradurrebbe anche in molto più tempo a disposizione. Rifiutare il lavoro non significa però non fare niente, bensì valutare – individualmente e collettivamente – quali sforzi si vogliono intraprendere, in vista di quali risultati.