MicroMega+, la presentazione del numero dell’8 ottobre 2021

Con contributi di Maurizio Franco, Alessandro Somma, Giovanni Destro Bisol, Jean-Louis Fabiani, Monica Lanfranco, Federico Bonadonna.

Redazione

772 morti sul lavoro in Italia nei primi otto mesi del 2021. Una carneficina – come documenta Maurizio Franco in questo numero 24 di MicroMega+ (“Il lavoro uccide. Storie e cifre di una strage quotidiana”) – che non accenna a fermarsi. Il 13 novembre i sindacati saranno in piazza per dire basta: “Chiediamo al Governo provvedimenti drastici per garantire la sicurezza e la dignità dei lavoratori”.

I cambiamenti nello scenario internazionale hanno riacceso il dibattito sull’Unione europea della difesa. Emancipata dagli Stati Uniti come vorrebbe Parigi oppure ancora sotto l’ala della Nato come si vorrebbe oltreoceano? Secondo Alessandro Somma (“Esercito europeo: braccio armato del neoliberalismo tra nazionalismo francese e atlantismo”) si tratta di due strategie contrapposte ma identiche nel modo neoliberale di concepire la costruzione europea.

Nel linguaggio ufficiale dello Stato l’uso del termine razza come surrogato delle nostre differenze dà forza a una visione discriminatoria della diversità umana. Ecco perché, come spiega Giovanni Destro Bisol (“Razza, molto di più di una parola da ‘espellere’”), riconsiderarne la presenza in documenti e leggi, a partire dalla Costituzione, può rivelarsi utile per contrastare il razzismo.

Considerando le minoranze come monoliti – argomenta il sociologo francese Jean-Louis Fabiani (“La trappola dell’identità”) – un certo multiculturalismo priva i rispettivi membri di ogni possibilità di realizzazione che non sia quella identitaria. Il progresso dell’uguaglianza, al contrario, presuppone la perdita progressiva di importanza delle separazioni identitarie.

Linguaggio, femminismo, differenza, lavoro. Monica Lanfranco risponde alla lettera di Pierfranco Pellizzetti su identità e lotte del movimento delle donne pubblicata nel precedente numero di MicroMega+ (“Concepire il femminile. Confronto tra una femminista e un liberale critico / Seconda parte”).

Nel quarto dei ritratti dedicati ai protagonisti della storia d’Etiopia (i precedenti: Selassié, Menghistu, Meles Zenawi) Federico Bonadonna racconta Hailé Mariam Desalegn, leader senza qualità costretto alle dimissioni dalle proteste contro i piani di espansione urbanistica di Addis Abeba: “Desalegn e la privatizzazione della terra d’Etiopia”.

Buona lettura!

Autonomia differenziata, fermiamola ora o sarà troppo tardi

L’Autonomia Differenziata è un progetto politico che lede la natura della Repubblica Italiana, sancita dalla Costituzione come “una e indivisibile”, foriero non solo di inammissibili disuguaglianze ma anche di inefficienze. Contro di essa si sono espressi costituzionalisti, istituzioni, soggetti politici, sociali ed economici, fino ad arrivare alla Commissione Europea. Eppure il governo procede a spron battuto nel volerla attuare, mostrando i muscoli e tappandosi le orecchie. Contro questo scellerato agire a senso unico bisogna agire ora, altrimenti – considerando il criterio della decennalità – sarà davvero troppo tardi.

Regionalismo differenziato o centralismo diffuso? L’autonomia differenziata punta a demolire il Parlamento

La legge sull’autonomia differenziata rischia di diventare una utile stampella al premierato, di rafforzare, più che il regionalismo differenziato, un “centralismo diffuso” che consente al Presidente del Consiglio di negoziare con le singole regioni, esautorando totalmente il Parlamento dalle sue funzioni; e, con esso, svuotare di sostanza la Repubblica democratica.